Napoli, non ha i soldi per il funerale. Da 9 giorni la salma resta nell’obitorio
Giovanni, 55 anni, lavoratore saltuario, è morto il 17 giugno scorso. Senza casa e senza speranze, viveva in uno scantinato di qualche metro quadrato a Marianella mantenendosi con i pochissimi soldi che riusciva a mettere insieme raccogliendo di tanto in tanto frutta e verdura nei campi del quartiere.
È morto al Cardarelli in seguito a un arresto cardiaco, ultimo atto di una feroce malattia che lo ha stroncato in meno di sei mesi. Giovanni è ancora lì, nell’obitorio dell’ospedale, in attesa che il carro del Comune lo porti via. «Soldi per pagare un’impresa di pompe funebri Giovanni non ne aveva, e noi nemmeno – spiega suo cugino Pasquale – così ci siamo rivolti al Comune per chiedere il servizio di trasporto gratuito. Ad oggi non si è visto nessuno e nemmeno ci hanno dato speranze per i prossimi giorni. A questo punto aspettare ancora diventa impossibile. I medici del Cardarelli ci hanno detto che non possono più tenerlo in obitorio».
Grazie alla collaborazione di un gruppo di amici e parenti, si è messa in moto la macchina della solidarietà: «Stiamo organizzando una colletta – aggiunge il cugino – abbiamo già raccolto buona parte del danaro necessario, per fortuna abbiamo trovato il responsabile di un’agenzia di pompe funebri che ha preso a cuore il nostro caso, ci farà pagare solo 2500 euro mentre tutti ne avevano chiesti almeno mille in più. Abbiamo sbagliato ad aspettare tanto, la raccolta dovevamo farla prima, a quest’ora mio cugino avrebbe già avuto la giusta sepoltura».
Stamattina, dunque, salvo ulteriori problemi, verrà finalmente celebrato il funerale in una piccola chiesa del quartiere. Ed è stata proprio la celebrazione della cerimonia in chiesa a creare altri problemi e a rallentare ulteriormente l’intervento del Comune. Già, perché gli addetti al servizio defunti di Palazzo San Giacomo avevano comunicato alla famiglia di Giovanni che, quando e se avessero recuperato la salma, non l’avrebbero portata in chiesa per dare la possibilità di celebrare il sacramento, bensì direttamente al cimitero dove, al massimo, potevano sperare in una benedizione. Da qui la protesta dei parenti che per nulla al mondo avrebbero seppellito il proprio caro senza dargli l’ultimo saluto.
«Non capisco per quale ragione il Comune si rifiuta di accompagnare il morto in chiesa prima di portarlo al cimitero. Un aggravio di spesa, forse? O troppa fatica per i dipendenti?». Se lo domanda l’avvocato Angelo Pisani, presidente dell’ottava Municipalità, a cui i parenti di Giovanni si sono rivolti nei giorni scorsi per presentare la dichiarazione di morte e inoltrare la pratica per ottenere il funerale comunale.
«Una situazione vergognosa – prosegue il presidente Pisani – vi sembra possibile che se una persona non lascia i soldi per pagarsi il funerale debba rimanere per giorni in un obitorio o, peggio, a casa? E poi, mi chiedo ancora, quando gli addetti del Comune hanno finalmente prelevato la salma, perché devono portarla direttamente al cimitero negando ai familiari la possibilità di celebrare il funerale? Quanto costa fermarsi mezz’ora in una chiesa? È una questione di carità cristiana, non altro». Intanto, questa mattina, grazie alla generosità di amici e parenti, Giovanni avrà il suo funerale.
Fonte: www.leggo.it