Napoli, nuova emergenza rifiuti: stop a 2.000 assunzioni; via ai primi duecento licenziamenti
È l’ultima tegola caduta sulla vecchia
gestione commissariale per i rifiuti: sono nulli i contratti di lavoro
di duemila lavoratori dei consorzi di bacino assunti per la
differenziata. Una sentenza del Consiglio di Stato ha annullato, perché
illegittime, due ordinanze del 2001 firmate dal sub commissario Giulio
Facchi che avevano trasformato i contratti di lavoro da determinato ad
indeterminato e decretato l’assunzione di 551 persone. «Il sub
commissario si è attribuito l’impropria posizione di superdatore di
lavoro», scrivono i giudici nella sentenza del 29 luglio (ma le
motivazioni sono state rese pubbliche qualche giorno fa).
E così scattano subito le procedure di licenziamento. Per ora contro
221 lavoratori del neo nato consorzio unico Caserta-Napoli (perché solo
il disciolto bacino di Napoli ha fatto, a suo tempo, ricorso) ma lo
stesso procedimento riguarda, in totale, circa duemila lavoratori:
sentenza alla mano, ora possono essere mandati tutti a casa.
Una situazione esplosiva. Sotto il profilo dell’ordine pubblico, prima
di tutto: si temono cortei e disordini nelle prossime settimane a
Napoli. L’hanno capito subito anche i vertici di prefettura e del
commissariato per i rifiuti. Due giorni fa una riunione a palazzo di
governo: da un lato i delegati delle sette sigle sindacali autonome,
dall’altra il viceprefetto Antonio Reppucci dell’unità di crisi per i
rifiuti. L’unica soluzione prospettata è un’eventuale ordinanza del
consiglio dei ministri per garantire gli stipendi sino alla fine
dell’anno.
Poi più nulla. E lunedì scatta la prima giornata di sciopero dei
dipendenti, oggi ubicati nelle varie discariche campane in attività,
contro l’ultima decisione dei magistrati. Una guerra iniziata davanti
al Tar della Campania quando i vertici dell’ex consorzio di Bacino 1,
difesi dall’avvocato Antonio Sasso, impugnano le ordinanze 22 e 23 del
febbraio del 2001 con cui «vengono convertiti i rapporti di lavoro
subordinato da tempo determinato ad indeterminato» e con cui si decide,
da parte del commissariato, «l’assunzione di oltre 550 unità di
personale ripartito tra i disoccupati titolari di qualifica di
settore». In totale duemila persone assunte a tempo indeterminato da un
giorno all’altro.
Ma solo il consorzio di Bacino Napoli 1 ricorre contro i 221 operai che
gli sono piovuti in organico per fare, tra le altre cose, la raccolta
differenziata. Mai decollata in quegli anni quando la Campania non
riesce ad andare oltre un misero 8 per cento. «Profili di ordine
sociale sarebbero alla base di queste decisioni», scrivono i giudici
del Tar che il 24 giugno del 2004, annullano le ordinanze.
La parola passa al Consiglio di Stato dove ricorrono il commissariato
dei rifiuti, il ministero dell’Interno e la Presidenza del consiglio
dei ministri, difesi dall’avvocatura generale dello Stato. Nessun
ribaltamento della sentenza di primo grado, anzi, un rafforzamento
della decisione presa un lustro prima. Quelle assunzioni in sostanza,
scrivono i magistrati, non potevano essere decise dal commissariato
anche perché gli oneri economici dei lavoratori, con la gestione
ordinaria (da gennaio prossimo), graveranno sui consorzi.
«Il commissariato di governo si è assunto un potere di super datore di
lavoro che non gli competeva – scrivono ancora i giudici amministrativi
di secondo grado che sottolineano come ci sia stata, all’epoca,
un’indiretta «imposizione scaturita da un incontro tenutosi in
prefettura il 30 gennaio del 2001 a cui erano presenti i sindacati
autonomi e non i consorzi».
E dopo sette anni quella situazione esplosiva, a suo tempo
disinnescata, si ripresenta. Eppure l’allarme di un autunno caldo
l’aveva lanciato proprio il capo della Protezione civile Guido
Bertolaso: «Conosciamo tutti i lavoratori dei vari ex consorzi oggi
ancora pagati da noi che dovrebbero essere assorbiti dalle società
provinciali in fase di costituzione. Avellino, Benevento e Salerno
hanno avviato le attività, Napoli e Caserta cercano ancora di capire
come organizzarsi. Questo nodo – diceva Bertolaso durante un’audizione
del 29 luglio in commissione bicamerale per il ciclo dei rifiuti –
verrà al pettine in autunno e sarà necessario varare d’intesa con la
regione Campania un provvedimento di stabilizzazione di questi
lavoratori». Ma i nodi al pettine sono già arrivati.