Napoli, scure sui trasporti pubblici. Tagli di linee e orari per funicolari e bus
Ecco una nuova manovra del governo: un secco meno trenta per cento, le aziende di trasporto pubblico che servono la città, Metronapoli e Anm, mettono nero su bianco la cura dimagrante. Rientrare nel budget non sarà semplice e richiederà sacrifici sia all’utenza, sia al personale: una categoria di lavoratori che – è bene ricordarlo – non beneficia di ammortizzatori sociali come la cassa integrazione e la mobilità.
Metronapoli ha già un piano definito. Si comincia dalle funicolari, Chiaia e Centrale: addio alle corse notturne fino a mezzanotte e mezza, gli impianti si fermeranno alle 22, per gli addetti in soprannumero (cifra da quantificare) si profila una riconversione nel ruolo di macchinista.
A novembre chiuderà i battenti il metrò linea
E il metrò collinare? «Tutti i nostri sforzi sono puntati a non sacrificarlo – spiega l’ingegnere Antonietta Sannino, amministratore delegato dell’azienda, smentendo subito le voci di una possibile riduzione delle corse – nel contratto di servizio abbiamo perso sette milioni l’anno per le funicolari, presto conosceremo l’entità precisa dei tagli sul servizio metropolitano. Il problema c’è e bisogna rientrare nei costi. Ma cercheremo di rendere l’operazione meno dolorosa possibile».
Antonio Simeone, presidente Anm, disegna un quadro più cupo. «Per far quadrare il bilancio dobbiamo ridurre il servizio degli autobus da 31 milioni di chilometri di percorrenza annua,
Nei giorni scorsi è stata avviata la discussione con i sindacati, che nel frattempo hanno chiesto un incontro al Comune: «ogni valutazione sul riordino del sistema di trasporto – spiega Paola Imperi (segretario Filt-Cgil Napoli) – deve passare al vaglio dell’amministrazione, e le due vertenze vanno discusse insieme. Da un lato per garantire i livelli occupazionali; dall’altro, per non lasciare la città sguarnita di mezzi pubblici».