Napoli, stop a tavolini e gazebo in centro. Rabbia dei commercianti: così è la fine
Dopo il no all’abbattimento delle Vele perché «sono un monumento
all’architettura», dalla Sovrintendenza arriva un altro no. Che questa
volta blocca oltre un centinaio di esercizi commerciali del centro
storico, un pezzo di Chiaia e un po’ di Vomero. Nella sostanza sono
state respinte al mittente le richieste di autorizzazione per
occupazione di suolo pubblico. Più concretamente dai bar ai baretti,
passando per i pub e ai negozi con vetrine più caratteristiche si chiude
letteralmente bottega.Un autogol in grande stile se
si considera la crisi attuale e con un assessore, quello allo
Sviluppo, ovvero Mario Raffa che si sta affannando non senza polemiche
per mettere in piedi un piano commerciale. L’allarme è rosso e il
presidente dell’Ascom Pietro Russo ne è ben consapevole. Fra i
commercianti la notizia non è che ha fatto fare salti di gioia.
«Effettivamente – spiega il numero uno dell’Ascom la vicenda è
abbastanza singolare. La Sovrintendenza ci ha chiesto dei progetti
nuovi per questi esercizi. Ma non siamo noi a doverli presentare anche
se ci stiamo sforzando di fornire alternative. Il problema vale in modo
particolare per il centro storico».
Insomma siamo al solito pasticcio che si consuma sull’asse
Sovrintendenza-Comune? Sì perché a indicare la progettualità dovrebbe
essere appunto Palazzo San Giacomo. «Ci siamo dati un tempo di una
ventina di giorni per vederci e capire se si può ripartire – spiega
ancora Russo – certo è che con la crisi e anche la questione rifiuti
queste problematiche nona agevolano nessuno». Il presidente dell’Ascom è
ancora più chiaro: «Trovo non equo che laddove ci sono cumuli di
rifiuti che ostruiscono anche gli ingressi ai monumenti nessuno
intervenga mentre se mettono un tavolino dei commercianti servono nuovi
progetti e scattano multe salatissime».
La zona antica della città e Chiaia sono quelle che risentiranno di più
dello stop dato ai commercianti. In una città dove i divieti abbondano e
la sicurezza non è certo il principale dei beni di cui possono godere i
napoletani, se si spengono le luci in centro storico c’è poco da
essere allegri. Il timore è che, proprio alla vigilia della primavera e
dell’estate, quando il centro storico torna a popolarsi di turisti,
questo pezzo di città possa essere chiuso per problemi di mera
burocrazia. Visto che il centro storico è sotto tutela dell’Unesco e
cosa bisogna fare lo sanno tutti già da quasi 20 anni.
Sul centro storico l’artista Lello Esposito, che ha il suo straordinario
laboratorio-atelier in piazza San Domenico Maggiore in Palazzo San
Severo lancia un vero e proprio appello. «Questo pezzo della città deve
cominciare a rinascere – spiega – mentre passeggia per vico San
Domenico Maggiore e indica negozietti di tendenza con dentro molti
giovani – a Napoli non c’è monnezza, quella passa resta la città e
questo pezzo di Napoli che è straordinario».
Esposito lancia un’idea: «Sarebbe bello organizzare una sfilata di moda
proprio qui in vicolo San Domenico Maggiore che è una passerella
naturale. Magari facendo arrivare le grandi firme della moda a
cominciare da quelle napoletane. Così si accenderebbero nuovamente le
luci sul centro storico». Qualcun raccoglierà la sfida di uno degli
artisti più popolari non solo in Italia?