Napoli, un boato, crolla il solaio dell’ospedale: paura all’Annunziata
NAPOLI (11 aprile) – Un boato fa tremare
l’ospedale Annunziata, nel cuore di Napoli. A provocarlo è il crollo di
un solaio, tra il primo e il secondo piano del nosocomio specializzato
in pediatria e ginecologia. Tra le macerie restano due uomini, vivi per
miracolo.
Ma si capisce subito che è accaduto qualcosa di strano. Sono da poco trascorse le 14,30 quando scatta l’allarme.
Un forte rumore e le grida di aiuto spingono il personale sanitario
dell’ospedale a intervenire. A.G. – 19 anni, disoccupato e cugino di
una donna ricoverata – e C.M.L. – 45 anni, dipendente di un’impresa di
pulizie – si trovavano al secondo piano dell’edificio quando una parte
del solaio ha ceduto. Così i due sono finiti al piano di sotto, nel
bagno dello studio privato del primario di Ginecologia, Renato Tesauro.
Sul posto accorrono forze dell’ordine e vigili del fuoco che
mettono subito in sicurezza l’area. Nel frattempo i feriti vengono
trasportati all’ospedale Ascalesi, che si trova a pochi metri di
distanza, dove vengono sottoposti alle cure dei medici. Le loro
condizioni non sono giudicate gravi: hanno riportato escoriazioni e
contusioni e guariranno nel giro di qualche settimana.
Ma sull’incidente il mistero s’infittisce. Sono diversi i punti
da chiarire e le versioni fornite agli inquirenti non coincidono. Sarà
un’inchiesta a fare piena luce sul giallo. Secondo il personale
sanitario «gli uomini erano entrati in un locale da tempo chiuso e
interdetto per motivi di sicurezza». Medici e infermieri non riescono a
spiegarsi l’accaduto. Perché i due si trovavano in quel pianerottolo?
Cosa ha provocato il cedimento? «Non sappiamo che cosa ci facessero
insieme in un’area delimitata da un paletto ed in cui era vietato
l’ingresso – spiega il direttore sanitario Enrico Guida, accorso
prontamente sul posto – ma la loro presenza deve aver causato il crollo
del solaio».
Una testimonianza confermata anche dal direttore amministrativo Adriana
Lancellotti, dal primario e dalla caposala Grazia Mastrogiacomo, la
prima a prestare soccorso: «Io e alcuni infermieri abbiamo sentito le
urla e siamo intervenuti – racconta – Davanti ai nostri occhi c’era il
caos totale. Macerie, polvere, detriti. I tubi erano danneggiati e il
pavimento allagato. Abbiamo chiuso il rubinetto dell’acqua e chiamato
immediatamente i rinforzi». Tesauro parla di «una strage sfiorata.
Fortunatamente nessuno si è fatto veramente male».
Il 19enne, dolorante per la caduta e le ferite riportate, spiega
così l’accaduto: «Sono finito in quel locale per sbaglio perché la
porta era aperta. Il solaio ha ceduto e ho gridato. Quell’uomo mi ha
sentito, ha tentato di aiutarmi ed è caduto anche lui. Ma non lo
conosco, non so chi sia. Stavo cercando mia cugina che era andata ad
allattare suo figlio e in pochi istanti mi sono ritrovato al piano di
sotto». E ancora: «È stato terribile – si sfoga davanti ad alcuni
amici, prima di essere trasferito al Loreto Mare – mi sono aggrappato
ai tubi e ho sbattuto violentemente la schiena. Ho preso anche un colpo
alla testa e alcuni mattoni mi sono caduti in faccia». La madre Emma,
capelli neri e occhi stanchi, è preoccupata: «Quando mi hanno detto che
mio figlio aveva fatto un volo di sei metri ho pensato ad uno scherzo.
Non so come avrei reagito se gli fosse accaduto qualcosa. Sono sola e
ho portato avanti tre figli con le mie forze. È stata dura. Mio marito
se n’è andato molto tempo fa. Ora voglio lasciarmi alle spalle
quest’incubo».
Il 45enne, invece, non ha molta voglia di parlare: «Avevo appena
iniziato il turno quando ho sentito chiedere aiuto – dice, mentre
attende di essere sottoposto a una radiografia all’addome – Non so bene
cosa sia successo. Sono stanco, lasciatemi in pace».