Napoli, voti venduti: blitz in tipografia Nel mirino venti liste di disoccupati
NAPOLI L’iniziativa della squadra guidata dal primo dirigente Antonio Sbordone Il prefetto di Napoli, Alessandro Pansa, dal canto suo, ha disposto una «Martedì un parente dei proprietari mi ha chiamato – aveva raccontato E l’uomo ha anche mostrato il blocchetto in questione. Il lavoratore in È il poligrafico dello Stato ad affidare ad alcune società il compito
(26 marzo) – Blitz della Digos ieri mattina nei locali della tipografia
Acm di Acerra dove vengono stampate le schede elettorali. E le forze
dell’ordine, sempre nell’ambito delle indagini sul voto di scambio,
hanno svolto anche alcuni sopralluoghi nella zona di Secondigliano.
è partita dopo il racconto al Mattino di un disoccupato: l’uomo ha
spiegato di aver lavorato a nero in un’azienda dove si stampa il
materiale necessario per il voto. E lo stesso disoccupato, che ha dei
precedenti penali, nelle prime ore del mattino ha ricontattato il
giornale per spiegare che tutti i dipendenti irregolari erano stati
lasciati a casa dall’impresa dopo la pubblicazione della nostra
inchiesta.
serie di controlli da svolgere in collaborazione con la Digos e
l’ispettorato del lavoro. Dopo il sopralluogo di ieri mattina non sono
state accertate irregolarità: nello stabilimento di Acerra erano
presenti una ventina di persone, tutte con un regolare contratto di
lavoro. Gli accertamenti continuano e la Digos ha già redatto
un’informativa da inviare in Procura dove nei giorni scorsi è già stato
aperto un fascicolo sul cosiddetto voto di scambio.
al Mattino il pregiudicato – ha chiesto ”Tu quanti voti porti?” E io,
contando la mia famiglia, ho risposto ”Quattro”. Ma non bastavano. Mi è
stato consegnato un blocchetto. L’ho dovuto riempire con i nomi di
parenti e amici indicando anche la residenza e il seggio dove andranno
a votare. Se in quei seggi non uscirà il numero di voti previsti,
sapranno che non ho obbedito e il posto di lavoro, anche se precario,
sarà a rischio. In ogni caso io ho già perso ogni speranza».
nero ha anche sostenuto che è estremamente facile far uscire delle
schede. E infatti ne ha consegnata una al Mattino. In questo modo
sarebbe possibile farla vidimare con la complicità degli scrutatori
segnalati dai partiti per poi scrivere il nome del candidato prescelto
e affidarla a un elettore che, dopo averla inserita nell’urna, ne
porterebbe fuori una bianca in maniera da far andare avanti il sistema
all’infinito. Un sistema semplice per comprare i voti correndo
relativamente pochi rischi. Ma l’amministratrice della società che
gestisce lo stabilimento dell’Acm Spa, Maria Rosaria Barile, che non ha
voluto rilasciare interviste, sostiene: «da noi non ci sono mai stati
lavoratori in nero e ci sono controlli incredibili».
di stampare le schede: dall’azienda di Acerra ne usciranno un milione e
settecentomila che saranno poi distribuite in 84 Comuni. E tutto il
lavoro si svolge sotto lo stretto controllo della prefettura.