Napolitano, superare immagine donna oggetto
Per raggiungere una parità sostanziale uomo-donna “é necessario incidere
essenzialmente sulla cultura diffusa, sulla concezione del ruolo della donna,
sugli squilibri persistenti e capillari nelle relazioni tra i generi, su
un’immagine consumistica che la riduce da soggetto ad oggetto, propiziando
comportamenti aggressivi che arrivano fino al delitto”, ha detto il presidente
della Repubblica Giorgio Napolitano, celebrando al Quirinale la Giornata
internazionale della donna.
“Le donne italiane sono ancora lontane dall’aver conquistato la parità in
molti campi”, ha detto il presidente Napolitano. Dal 1861, ha ricordato facendo
un excursus storico, è stato fatto un lungo cammino, le donne hanno
progressivamente conquistato spazio e diritti, “con una forte accelerazione
nell’ultimo cinquantennio. Tuttavia il divario di genere risulta anche dai
rapporti internazionali, nella rappresentanza politica, nei media, ancora in
qualche carriera pubblica, nella conduzione delle imprese e si manifesta anche
con strozzature di genere nell’accesso al mercato del lavoro. Ne soffrono – ha
concluso Napolitano – le ragazze, le giovani in cerca di occupazione e ciò
comporta il rischio che siano sacrificate energie e potenzialità. L’ho potuto
vedere incontrando qualche giorno fa al Cern di Ginevra ricercatrici italiane
che si fanno valere”.
Alcune conquiste delle donne sono più recenti di quanto si possa pensare.
Giorgio Napolitano lo ha fatto capire al Quirinale ricordando che ancora nel
1961 “non erano riconosciuti adeguati strumenti giuridici di tutela contro la
violenza, vigevano le attenuanti per il delitto d’onore, lo stupro era
considerato solo un reato contro la morale e il buon costume”. Tra le
protagoniste dell’emancipazione femminile Napolitano ha ricordato “una ragazza
come tante, Franca Viola che nel 1966 rifiutò di concedere il ‘matrimonio
riparatore’ al giovane mafioso che l’aveva rapita e violentata. Il suo
comportamento – ha detto il capo dello Stato – contribuì a determinare la
revisione della norma e conferì alla parola onore il significato che deve avere:
rispetto di sé, rispetto da parte degli altri”.
Giorgio Napolitano ha chiamato gli uomini ad avvertire “il dovere di
comportarsi come validi e solidali compagni delle donne che portano avanti la
marcia verso la parità”. “La parità di genere – ha spiegato il presidente della
Repubblica – non riguarda solo le donne così come le battaglie per dare a tutti
i cittadini una vita decorosa non riguardano solo i poveri, e le lotte per la
libertà politica non sono un’esclusiva dei dissidenti, e quelle per la
tolleranza non toccano solo le minoranze. Sono e devono essere cause comuni che
coinvolgono chiunque assuma come propri i valori democratici”.
Giorgio Napolitano ha concluso il discorso alla cerimonia per la Giornata
internazionale della donna parlando di una “necessaria opera di rinnovamento
morale alla quale le donne di oggi, come quelle di ieri, sono chiamate a dare un
contributo fondamentale”. “Sono certo – ha aggiunto – che anche le nuove
italiane, le tante donne immigrate che sono diventate o diventeranno nostre
concittadine, le tante che lavorano con abnegazione e senso del decoro, faranno
anche esse la loro parte”.