Nel 2009 il prezzo dell’elettricità scende del 26,8%
dell’elettricità. Nel 2009 il prezzo medio di acquisto sulla Borsa
elettrica è infatti calato del 26,8% rispetto al 2008. È quanto emerge
dai dati resi noti dal Gme, il gestore del mercato elettrico, nella sua
newsletter. Il prezzo medio annuo di acquisto dell’energia (Pun) si è
attestato a 63,72 euro/MWh, superiore solo a quello del 2005 (pari a 58,59 euro/MWh).
Tale forte riduzione, oltre che alla contrazione della domanda, è
correlata all’andamento dei prezzi petroliferi. La quotazione del Brent
su base annua nel 2009 si è attestata 61,90 dollari al barile (-36%
rispetto al 2008, che corrisponde ad un -32% al netto della variazione
del tasso di cambio euro-dollaro), evidenziando nei mesi un trend di
crescita costante che ha visto il valore passare dai 40 dollari di
gennaio a 75 dollari a dicembre. Massimo Guarini, amministratore
delegato del Gme, sottolinea che «la riduzione dei prezzi è stata
maggiore di quella dei costi, segno dell’affermazione di una maggiore
concorrenza e di una minore concentrazione del mercato, per effetto
dell’incremento dell’offerta ed anche di un parco di generazione
rinnovato e soprattutto più efficiente».
A livello geografico si confermano i forti differenziali del prezzo
di vendita tra le isole (80,01 euro/MWh in Sardegna, 88,09 euro/MWh in
Sicilia) e il resto del continente (59-62 euro/MWh) a causa dei limiti
di interconnessione con il continente e della maggiore concentrazione
dell’offerta interna.
Il prezzo dell’energia, in Italia, resta decisamente più alto che
nel resto d’Europa in termini assoluti e, a parte nel caso scandinvao,
di variazione percentuale rispetto all’anno scorso. La media di 63, 72
euro/MWh si confronta con i 38,85 euro tedeschi (-40,9%), i 43,01
francesi (-37,8%), i 36,96% spagnoli (-42,6%) e 35,02 scandinavi
(-21,7%).