Nel 2010 la Guardia di Finanza ha scoperto imponibili non dichiarati al fisco e costi non deducibili per 49 miliardi e 245 milioni di euro, cui devono aggiungersi omessi versamenti di Iva per 6 miliardi e 382 milioni. È quanto emerge dalla documentazione consegnata alla Commissione Finanze della Camera dove oggi è stato ascoltato il comandante generale delle Fiamme gialle, Nino Di Paolo. Sempre nel 2010 la Gdf ha accertato una evasione complessiva di Irap per 30 miliardi e 434 milioni e ritenute non versate (o non operate) per 635 milioni di euro.
Nel 2010 sono stati scoperti 8.850 evasori totali, il 18% in più del 2009. In dettaglio: sono stati individuati 3.288 responsabili di reato, per un totale di ricavi o compensi non dichiarati di oltre 20 miliardi, più 2,6 miliardi di Iva non versata. Inoltre, sono stati 7.822 i datori di lavoro che hanno impiegato manodopera in nero.
Nel 2011 le priorità sono: lotta al sommerso e ai paradisi fiscali
Di Paolo ha spiegato poi come nel piano d’azione 2011 delle Fiamme gialle siano prioritari questi interventi: «il contrasto all’economia sommersa, alle frodi Iva, all’evasione fiscale internazionale, alla salvaguardia del corretto impiego delle risorse nazionali e comunitarie e all’aggressione sistemica dei patrimoni della criminalità organizzata». Di Paolo ha sottolineato che «non si può difendere la causa della legalità senza farne conoscere anche il suo profondo valore culturale. Se saremo in grado di farlo – ha aggiunto – l’evasione non rappresenterà più solo un problema individuale contribuente/amministrazione finanziaria e combatterla diventerà un obiettivo sempre più condiviso socialmente».
In corso 2mila verifiche sui paradisi fiscali
Il numero uno delle Fiamme gialle ha ricordato ancora come sul fronte dei cosiddetti «paradisi fiscali», attualmente «siano in corso in corso 2mila tra verifiche e indagini di polizia giudiziaria su vari soggetti, molti dei quali contenuti in liste nominative di cui la stessa stampa si è interessata negli ultimi tempi». «Nel 2010 – ha detto il generale – i fenomeni di evasione sono risultati concentrati in Lussemburgo (26%), Svizzera (25%), Regno Unito (7%), Panama (6%), San Marino e Liechtenstein (2 per cento)». Sempre in tema di evasione internazionale, Di Paolo ha citato le «frodi carosello» che nel solo 2010 hanno portato un’evasione Iva pari a circa 2,8 miliardi. E ha aggiunto: «Dei 12 miliardi e 300 milioni di Iva evasa nell’ultimo triennio, ben 5 miliardi e mezzo derivano dalle frodi carosello accertate». «Viaggiamo sul 45-50% dell’intera evasione – ha rimarcato Di Paolo – questo dà la misura della pericolosità di questo fenomeno, che richiede una risposta politica a livello europeo».
Sui “derivati” indagini in 51 enti territoriali
Di Paolo ha detto anche che, a oggi, «sono in corso 21 indagini che interessano complessivamente 51 enti territoriali, di cui otto regioni, due province e 412 comuni per finanziamenti collegati a derivati di copertura per un ammontare di 9,72 miliardi». Si tratta, ha spiegato Di Paolo, di un tema «particolarmente sensibile» per gli enti territoriali che «hanno esposto le amministrazioni al pericolo di ingenti perdite per l’elevata opacità di questi prodotti che ne rende difficoltosa la valutazione».