Nel caos la corsa al vaccino, in cima alla lista i malati di Aids
Al Cotugno hanno sospeso i ricoveri programmati per fronteggiare
l’assalto di ammalati che lamentano i sintomi dell’influenza A. «Ora
tutti i posti sono dedicati ai ricoveri d’urgenza», afferma il
direttore sanitario Cosimo Maiorino. Dirottare i pazienti cronici verso
altre strutture è l’unico modo per assicurare l’assistenza ai casi più
gravi colpiti dal virus H1N1. «Ma per affrontare l’emergenza l’input è
accelerare i tempi della campagna di vaccinazione tra la popolazione»,
riferisce il primario della V divisione, Raffaele Pempinello, al
convegno sulla gestione del rischio clinico organizzato ieri nell’aula
De Lorenzo. La somministrazione del farmaco comincia in questi giorni.
«Stiamo contattando gli ammalati di Aids, oltre 700 pazienti in cura al
Cotugno. È fondamentale vaccinare subito i soggetti più esposti a
complicanze», spiega il manager Antonio Giordano. Gli ammalati con HIV
sono i primi a ricevere il farmaco, il Cotugno ha deciso di usare le
proprie scorte. Ma è iniziata anche la distribuzione delle 90 mila dosi
destinate alle Asl che sono chiamate a vaccinare le altre categorie
indicate dal ministero della Salute. In cima all’elenco ci sono le
donne al secondo e terzo trimestre di gravidanza, i bambini dai 6 mesi
ai 17 afflitti da alcune patologie, i bambini dai 6 ai 24 mesi nati
pretermine, gli adulti fino ai 65 anni che hanno malattie croniche, i
donatori di sangue dei centri trasfusionali. Al via la somministrazione
del farmaco anche nelle carceri, innanzitutto tra gli agenti e i
detenuti che rientrano nelle categorie a rischio. Altro nodo è quello
della vaccinazione di medici e infermieri finora restii ad assumere il
farmaco. Al Cotugno solo il 10 per cento ha aderito alla campagna. Il
direttore sanitario Mairino ha indirizzato una lettera ai colleghi. «Il
mio invito è che tutti lo facciano al più presto». Al Pascale il
manager Antonio Pedicini ieri ha dato l’esempio; ha fatto lo stesso
Gabriele Peperoni, presidente dell’Ordine dei medici di Napoli. Anche i
medici di famiglia, chiamati a somministrare il farmaco ai rispettivi
assistiti, dovrebbero vaccinarsi subito. «Eppure, non mi risulta che un
solo collega lo abbia fatto. Nessuno ci ha contattati», dice Giuseppe
Tortora, vicepresidente del Sindacato medici italiani. «Il vaccino è
arrivato, ma credo bisogni attendere le prossime settimane perché la
macchina organizzativa cominci a funzionare a dovere», sostiene Angelo
Castaldo, segretario regionale della Federazione italiana medici di
medicina generale. «Medici di famiglia e i pediatri di libera scelta –
sottolinea Castaldo – devono rappresentare un filtro per impedire la
corsa dei pazienti verso gli ospedali». Nicola Maturo, rappresentante
dell’Anaao-Assomed (sindacato medici ospedalieri) aggiunge: «Occorre
creare una rete per limitare l’accesso al Cotugno ai soli casi gravi. E
resta da affrontare anche il problema dell’assistenza pediatrica: al
Cotugno metà delle richieste riguarda bambini. Stiamo accogliendo anche
pazienti al di sotto di un anno, ma non siamo adeguatamente attrezzati».