«Nel Sud d’Italia meno intelligenti per questo c’è arretratezza»
LONDRA (16 febbraio) – I settentrionali
italiani sono più intelligenti dei meridionali, e questo spiega
statura, mortalità infantile e istruzione nel meridione d’Italia: la
bizzarra teoria è di Richard Lynn, professore emerito di psicologia
all’Università dell’Ulster, già noto per le sue tesi controverse su
razza ed intelligenza. In uno studio pubblicato lo scorso anno sulla
rivista Intelligence, si afferma tra l’altro che «il quoziente
intellettivo più basso nel sud Italia può essere attribuito alla
mescolanza genetica con le popolazioni del vicino oriente e del
nordafrica». E la mescolanza genetica con la civiltà greca? Non
pervenuta.
Partendo dalla differenza di reddito tra il Nord e il Sud della
penisola e dalla sua costanza da quando si raccolgono dati, Lynn
afferma che non c’è mai stato accordo tra gli studiosi sulle ragioni di
questo divario. Ma, osserva, questa asserita differenza di intelligenza
dovuta a mescolanza genetica sarebbe a suo dire la spiegazione che
tutti aspettavano. E pubblica ampie tabelle dalle quali si evince che i
siciliani sarebbero i meno intelligenti di tutti gli italiani (QI 89) e
i friulani i più intelligenti (103). Oltretutto spesso, nell’articolo.
La fonte di questa “scoperta”? Naturalmente i suoi studi precedenti.
Lynn, che siede nel comitato editoriale di Intelligence, non è nuovo a
controversie e affermazioni a dir poco discutibili: uno dei suoi studi,
Skin color and intelligence in African America (2002) sosteneva che i
neri americani chiari fossero più intelligenti a causa della loro
mescolanza con i bianchi.