«Non pagate la maxi-tassa: fate ricorso»
Innanzitutto un chiarimento,
qualunque sia la posizione dei singoli contribuenti in merito alla
vicenda della tassa sui rifiuti solidi urbani: la scadenza del prossimo
31 ottobre (indicata sui bollettini di Equitalia recapitati nelle case
dei napoletani) non comporta sanzioni in caso di mancato pagamento
della prima rata.
In altre parole, non si tratta di cartelle
esattoriali bensì di “avvisi bonari di pagamento”: a Napoli la tassa
sui rifiuti dev’essere saldata entro il 10 maggio 2010. Solo dopo
quella data, in caso di insolvenza, scattano pesanti aggravi di spesa e
multe. Quindi ogni cittadino può scegliere se rateizzare in quattro
volte la Tarsu oppure saldarla in un’unica soluzione.
Rifiuti da
pagare a peso d’oro, visto che a Napoli il servizio di rimozione
stavolta costa il 60% in più. E la ribellione (specie per
l’inefficienza palesata negli ultimi anni) si fa sentire. Perciò il Pdl
ha avviato un percorso che punta a diminuire il più possibile gli
effetti della stangata. «Suggeriamo di fare ricorso alla Commissione
tributaria provinciale di Napoli con buone probabilità di successo –
dicono parlamentari e consiglieri -. Nel frattempo, l’attesa potrebbe
essere premiata: entro il prossimo 30 novembre, infatti, tenteremo di
“aggiustare” il tiro in Consiglio comunale, riproponendo pure
l’incremento del fondo per i meno abbienti». E il vicecapogruppo alla
Camera, Marcello Taglialatela, annuncia un disegno di legge per abolire
la norma attuale, votata nel 2007 dal governo Prodi in piena emergenza
rifiuti, che addebita ai Comuni della Campania «la copertura integrale
dei costi per lo smaltimento dei rifiuti. Ovvero la causa dell’aumento
della Tarsu per i cittadini napoletani».