Nota compilata a mano per lanciare il ricorso
Stop alla tecnologia. Si torna a carta e penna. Nell’era del Fisco telematico, per i ricorsi e gli appelli da presentare alle commissioni tributarie si realizza un ritorno al passato. Da sabato 17 settembre, infatti, si devono compilare i nuovi modelli per la richiesta di iscrizione a ruolo del ricorso tributario nel registro generale dei ricorsi o nel registro generale degli appelli.
Il decreto 138/2011
La previsione è contenuta all’articolo 2-bis, comma 35 quater, lettera c del decreto legge 138/2011 (convertito con legge 148/2011), che ha introdotto l’obbligo, per il ricorrente, di depositare la nota con la richiesta di iscrizione a ruolo del ricorso tributario, al momento della costituzione in giudizio.
Fra le altre novità è stato introdotto l’obbligo di indicare negli atti introduttivi di un giudizio e negli atti di prima difesa, a pena di irricevibilità, le generalità complete e il codice fiscale di parti e difensori. Se il difensore non indica il proprio indirizzo di posta elettronica certificata (Pec) e il proprio numero di fax, o se la parte omette di indicare il codice fiscale nell’a atto introduttivo del giudizio o, per il processo tributario, nel ricorso, il contributo unificato è aumentato della metà.
La compilazione
Nel grafico che è riportato a fianco è riprodotta la prima pagina della nota di iscrizione a ruolo che riporta le informazioni di base (per esempio la tipologia del ricorso, numero allegati, valore della controversia, contributo unificato).
Negli altri quadri (che sono messi a disposizione dei lettori sul sito internet del Sole 24 Ore all’indirizzo www.ilsole24ore.com) andranno riportati, per esempio, i dati anagrafici e la residenza del contribuente ricorrente oltre ai dati relativi al difensore; gli elementi che consentono di identificare le parti resistenti; le informazioni sul numero di atti impugnati, sull’ente impositore chiamato in causa, sulla tipologia dell’atto impugnato, la materia oggetto del ricorso oltre alle tipologia a di tributi sui quali si chiede l’intervento della commissione tributaria.