Notizia inquietante: è possibile clonare l’uomo!
«Posso clonare l’uomo». L’annuncio
non arriva inatteso, ma coglie di sorpresa la comunità scientifica per
natura diffidente. Anche perché l’autore dell’affermazione è uno
scienziato controverso, Panayiotis Zavos, andrologo di origine cipriota
naturalizzato americano che ha collaborato anche con il ginecologo
Severino Antinori. Stavolta però non si tratta di un annuncio senza
prove. Zavos ha clonato 14 embrioni, 11 dei quali sono stati impiantati
in quattro donne che avrebbero dovuto dare alla luce il primo bebé
clonato al mondo, anche se alla fine nessuno degli impianti ha portato
alla gravidanza. Il tutto è stato filmato da un giornalista
indipendente, Peter Williams, che in questi giorni ha mandato in onda il
documentario su Discovery Channel e che ha testimoniato all’Independent
di Londra come la procedura di clonazione sia avvenuta in un
laboratorio segreto del Medio Oriente, dove queste pratiche non sono
bandite come nella maggior parte dei Paesi Occidentali. La clonazione
dell’uomo, dunque è sempre più vicina. «Ci vorranno al massimo uno o
due anni – prevede Zavos – Ma non c’è il minimo dubbio che presto
avremo il primo essere umano clonato. Non abbiamo fretta, però. Non
siamo interessati a far nascere la replica di Michael Jordan o Michael
Jackson – prosegue l’andrologo – I miei sforzi sono volti solo ad
aiutare quelle coppie sterili che vogliono disperatamente avere un
figlio e hanno esaurito tutte le altre opzioni». Zavos è un nome noto.
Già nel 2001 aveva annunciato, insieme all’italiano Antinori, di voler
avviare un programma di clonazione umana a fini riproduttivi. Ma poi i
due scienziati separarono le loro strade. Nel 2004, l’americano aveva
dichiarato nuovamente di aver impiantato in una donna un embrione umano
ottenuto per clonazione, ma i colleghi lo avevano crocifisso per
mancanza di prove. Da allora però decine di coppie sterili, come
racconta lo stesso andrologo, si sono rivolte a lui per avere un figlio
con la stessa tecnica della pecora Dolly, grazie alla creazione di
embrioni ottenuti rimuovendo il nucleo dall’ovulo della donna e
inserendovi cellule della pelle dell’uomo. Ma Zavos si è spinto anche
oltre. Afferma di aver clonato tre embrioni da altrettante persone
decedute, una delle quali è una bambina di dieci anni, di nome Cady,
morta in un incidente automobilistico. Lo scienziato ha creato i
cosiddetti embrioni chimera, in parte uomo e in parte animale, fondendo
le cellule dei cadaveri con ovuli di mucca. «Ho creato un modello che
mi ha consentito di studiare i meccanismi della clonazione – si difende
Zavos – ma non ho mai voluto impiantarlo in una donna, anche se la
madre di Cady lo avrebbe disperatamente voluto. Voleva farla
rinascere». Scenari inquietanti, che pongono tante domande di natura
etica e morale. Il genetista Bruno Dalla Piccola, consiglia prudenza:
«Non risulta che i dati annunciati siano al momento pubblicati su
alcuna rivista scientifica» E persino il controverso Antinori, ha
obiettato: «Credo che oggi non abbia senso la clonazione a scopo
riproduttivo. È cruciale, invece, andare avanti e lavorare alla
clonazione a scopo terapeutico».