Novità per la tutela delle eccellenze made in Italy: a presto il varo del marchio collettivo “Italian Quality”
Con il Disegno di legge n. 1061 presentato al Senato
in data 29 novembre 2013 si è intrapreso l’iter normativo per istituire un
marchio di qualità “Italian Quality”. Queste le caratteristiche della
nuova privativa industriale: la titolarità sarà della Repubblica Italiana e
sarà adottato rigorosamente per le eccellenze italiane.
Tale caratteristica sarà riconosciuta ai prodotti che
presentino tutti i seguenti requisiti: a) realizzazione del prodotto da parte
di professionisti, artigiani ed imprese iscritti alle camere di commercio
industria artigianato e agricoltura, aventi domicilio fiscale nel territorio
italiano; b) presenza della marcatura d’origine “Made in Italy” in ottemperanza
al Regolamento Doganale UE n. 952/2013; c) aver subito nel territorio italiano
almeno un’operazione ulteriore e precedente l’ultima lavorazione ai
sensi dell’art. 60 Regolamento Doganale UE n. 952/2013; d) rientrare nei cc.dd.
“disciplinari di settore” che verranno predisposti in concerto con le
principali associazioni di categoria e contempleranno le modalità d’uso del
marchio e i successivi controlli, da effettuarsi ad opera di una società di
certificazione.
L’uso del marchio verrà concesso a società semplici e
di capitali, reti di impresa, organizzazioni di produttori, consorzi e società
consortili, che vi faranno richiesta sulla
base di un autorizzazione rilasciata dal Ministero dello Sviluppo Economico, il
quale dovrà adempiere anche alle formalità di registrazione del marchio in sede nazionale,
comunitaria e internazionale. E’ in discussione anche la previsione di uno
specifico sistema di etichettatura, nonché campagne annuali di promozione sul
mercato domestico e sui principali mercati internazionali. In caso di violazioni
nell’utilizzo del marchio, il Ministero dello Sviluppo Economico avrà il
potere di revocare l’autorizzazione all’uso, eventuali ulteriori richieste di
autorizzazione non potranno essere ripresentate prima che siano trascorsi tre
anni dal provvedimento di revoca.
Ci si attendono polemiche e discussioni infuocate, sia
in Parlamento, che in sede comunitaria, stante la delicatezza del tema e le
“suscettibilità” già riscontrate nel passato in materia di “Made in “ e “Made
in Italy” e a tal proposito è già stata predisposta la consultazione in via
preventiva del mondo dell’impresa dove, allo stato, si sono registrate reazioni
di consenso, ma anche di forte cautela. All’uopo si è già chiarito che il
marchio in discussione sarebbe ulteriore e non sostitutivo rispetto alla tutela
concessa dalla normativa sulla marchiatura che indica l’origine del prodotto e
che rimarrebbe quella oggi in vigore, venendo quindi a stabilirsi una netta
distinzione tra marchio in senso proprio e marcatura d’origine.
A cura dell’avv. Maurizia Venezia – DViure Studio Legale – Ufficio Business Europa e GEIE
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