NULLO ED ILLEGITTIMO IL FERMO AMMINISTRATIVO DELL’AUTO PER DEBITI INFERIORI AD EURO 8000,00
“Premesso che e’ vergognoso quanto accade da anni con i metodi violenti della finalmente dichiarati fuorilegge e da cancellarsi, tali sproporzionati ed illegittimi fermi, milioni di veicoli potranno tornare a circolare e gli automobilisti possono pagare la tassa di circolazione facendo anche incassare regolari tasse allo Stato”
I GIUDICI TRIBUTARI NAPOLETANI CHIARENDO
In un Paese dove la pressione fiscale è elevatissima, tra le più alte d’Europa, e dove negli ultimi anni le azioni esecutive di recupero da parte di Equitalia Sud S.p.a. sono aumentate indiscriminatamente con percentuali superiori al 25%, una sentenza della Commissione Tributaria di Napoli (Pres.te Annunziata – relatore Frunzi ), depositata a seguito di un ricorso per un contribuente, difeso dall’Avvocato Angelo Pisani di Noiconsumatori.it, vittima di un fermo amministrativo, farà tornare il sorriso ed anche un po’ di serenità a migliaia di italiani alle prese con le procedure esecutive dell’agente della Riscossione e del fisco.
I Giudici Tributari di Napoli hanno infatti stabilito – con la sentenza 241/17/2012- che è illegittimo il fermo amministrativo (allo stesso modo delle ipoteche iscritte sui beni immobili di cui anche
In altre parole, con poche centinaia di euro non pagate non si rischia più, come finora è stato, di vedersi impedito l’utilizzo e il godimento di un proprio bene, in particolare nel caso specifico del proprio veicolo, a volte strumento di lavoro e/o mezzo di circolazione per i bisogni familiare .
La decisione dei giudici partenopei è resa in applicazione delle norme vigenti e dei principi espressi dalla Cassazione con la famosa sentenza 4077/2010, e attraverso una opportuna, equa e logica applicazione delle norme a seguito di una corretta interpretazione sistematica di esse e del rispetto dei principi costituzionali.
“Il fermo (così come l’ipoteca) è si una misura di garanzia – ricorda l’avvocato Pisani – ma nel sistema della riscossione essa va necessariamente inquadrata come atto preordinato all’esecuzione, atteso che la funzione istituzionale di Equitalia è quella di recuperare il credito per conto dello Stato. Per cui non si può concepire una iscrizione ipotecaria, così come un fermo amministrativo, al di fuori della logica della futura espropriazione per il recupero coattivo delle somme e fuori dei limiti di valore, né è giusto che tali strumenti esattoriali diventino forme di persecuzione e di ossessione per i contribuenti” .
“Pertanto – spiega Pisani, professore di Processo Tributario all’Università Parthenope di Napoli – la costante parificazione tra i due strumenti utilizzati da Equitalia (fermo e ipoteca) e il loro inquadramento nella espropriazione è insita nella natura di tali provvedimenti ed è anche conseguente al fatto che i due istituti sono disciplinati dal medesimo capo (Capo III – espropriazione forzata ) della legge che disciplina la riscossione ovvero il famoso DPR 602/73. Anche la collocazione delle norme deve dar vita ad una interpretazione adeguata da parte dei giudici, così come è finalmente avvenuto dopo anni di battaglie giuridiche nel caso che ci occupa, e quindi è chiaro che se l’espropriazione non si può fare per crediti inferiori agli ottomila euro neppure l’ipoteca e il fermo possono essere iscritti per cifre inferiori, al solo fine di terrorizzare i contribuenti e causando di conseguenza la crisi del sistema economico per depressione e avvilimento degli imprenditori !”
“Per la ctp è, infatti, nullo il fermo amministrativo targato Equitalia iscritto per debiti di modico valore inferiore comunque agli ottomila euro. L’importo dei ruoli e cartelle esattoriali sulla base della quale viene iscritto il fermo amministrativo deve sempre superare gli ottomila euro proprio perché esso è un atto preordinato e strumentale all’espropriazione e in quanto tale ne eredita le regole operative”.
Insomma, una sentenza clamorosa che ora apre le porte per una class action storica contro Equitalia per la revoca di un milione di fermi amministrativi e danni ad altrettanti contribuenti che si sono visti sequestrare i veicoli o i motocicli anche per poche centinaia di euro, così come ha promesso Pisani, presidente nazionale dell’associazione Noiconsumatori.it che continua la sua battaglia legale contro i metodi del sistema della riscossione.