Nuoro, bufera al liceo classico: su Facebook la ‘lista’ degli studenti gay
Polemiche e tensioni tra gli studenti del centro Sardegna: a innescare la miccia della bagarre, un elenco di ragazzi indicati come gay sul web ed esposti pubblicamente in una lista di proscrizione. Lista comparsa all’improvviso su Facebook nella pagina Spotted dello storico liceo classico Asproni, la scuola del capoluogo barbaricino dove ha studiato Indro Montanelli. Da martedì le proteste sdegnate si susseguono a un ritmo incessante. Tanto che ieri mattina si è svolta una grande manifestazione di protesta. Attorno all’istituto gli alunni e i loro docenti hanno dato vita a una catena umana: abbracciata l’intera recinzione della scuola, quasi a simboleggiarne l’inviolabilità. Poco dopo sono cominciati ad arrivare da Roma e Cagliari attestati di solidarietà per le vittime della vicenda, che erano state segnalate con nome e cognome in rete, assieme a interventi per sollecitare una legge che eviti queste pericolose scorrerie su internet. Un primo risultato è stato che la pagina incriminata è subito sparita dal web. Un secondo, che la polizia ha aperto un’indagine per identificare i responsabili. Un terzo, che gli autori del cyber-blitz hanno ottenuto un effetto boomerang innescando una così impetuosa onda di reazioni che li ha isolati in modo inequivocabile.
A essere stata imbrattata con scritte offensive e pesanti allusioni alle abitudini sessuali di parecchi studenti sono state le pagine Fb della scuola. Così uno dei primi a reagire è stato il preside, Antonio Fadda. Che ha sostenuto l’idea di manifestare davanti alla scuola. Centinaia di ragazze e ragazzi si sono perciò ritrovati sotto le finestre delle loro aule, nel centro di Nuoro, per denunciare l’accaduto con slogan e manifesti. Molti indossavano una maglietta bianca con la scritta “Spotted? Ma spo”. Spotted era la denominazione del sito. Il social network era nato per consentire agli alunni del liceo di scambiarsi pareri e darsi informazioni sull’attività didattica. Gli anonimi protagonisti del raid via web hanno però postato commenti e critiche sui comportamenti di alcuni studenti, qualcuno classificato “gay”, altri
offesi con insulti.
“L’intolleranza non deve essere accettata per nessun motivo”, ha affermato Daniele Lanni, portavoce nazionale della Rete degli studenti medi. “Siamo convinti – ha proseguito – che il problema sia culturale di tutto il Paese, per questo c’è forte necessità d’impegnarsi, cose del genere non devono ripetersi”. Stessa richiesta di una nuova normativa da arte dell’Uds: “per dotare le scuole, le università, la docenza e gli studenti degli strumenti necessari per contrastare questi fenomeni”. “Le scuole dovrebbero essere luoghi di inclusione e crescita, spazi dove educarsi a una cultura democratica che consideri le differenze una ricchezza e non una minaccia”, ha dichiarato Carmen Guarino, dell’Unione degli studenti.
“Positiva è senz’altro la reazione, immediata, della scuola e del preside: bisogna tuttavia contrastare quotidianamente il dilagante bullismo omofobico e lesbofobico, una cultura che giustifica e istiga alle discriminazioni”, ha dichiarato Sergio Lo Giudice, senatore del Pd ed esponente storico della comunità Lgbt. “Se c’è una cosa più grave di un fatto del genere a scuola, è l’indifferenza degli adulti – ha aggiunto – Questo infatti legittima il gesto discriminatorio e lascia sole le vittime”. “Ribellarsi è giusto: bene quindi hanno fatto gli studenti di Nuoro a scendere in lotta contro l’inqualificabile gesto omofobo delle liste di proscrizione degli studenti gay su Facebook”: così Franco Grillini, presidente di Gaynet Italia. “Troppo spesso il razzismo viene sottovalutato e non ci sono reazioni adeguate, come negli stadi, dove sembra essere legittimo dire di tutto e sopportare di tutto” – ha concluso, spiegando che “spiace e amareggia che ci siano sacche di odio omofobo anche tra i giovani” ma che “consola vedere e sapere che proprio i ragazzi sanno reagire con forza e con solidarietà verso i loro compagni”.
“Quanto accaduto nel Liceo classico ‘Asproni’ di Nuoro dimostra come sia importante sensibilizzare i giovani ad un uso responsabile dei social network. Dobbiamo aiutare i nostri ragazzi a frequentare le piazze mediatiche senza nuocere a se stessi e agli altri”, conclude il presidente dell’Autorità Garante per la Privacy, Antonello Soro.
Insomma, a detta di tutti gli intervenuti nel dibattito nato in rete e poi finito sui canali d’informazione tradizionali, il messaggio della manifestazione di Nuoro “arriva forte e chiaro al nuovo Parlamento perché la legge contro l’omofobia sia uno dei primi provvedimenti in discussione”.
Fonte: www.repubblica.it