Nuovi contributi per anziani, disabili e minori in povertà
La Legge di stabilità, in questi giorni prossima al varo definitivo, non contiene solo provvedimenti destinati a scatenare proteste, come quello del canone Rai in bolletta elettrica, ma anche alcune importanti opportunità. Il premier Renzi ne ha parlato più volte nelle ultime ore in tv, perciò vediamo se si tratta davvero di misure concrete.
Partiamo dal nuovo Fondo per anziani
disabili a basso reddito, che ha lo scopo dichiarato di ridurre il crescente fenomeno della
povertà e dell’esclusione sociale. In questi casi la nuova legge di Stabilità per il 2016 ha
istituito un apposito fondo di sostegno delle fasce economicamente con una dotazione di 940 milioni, che sarà destinata a disabili anziani (700 milioni)
e a famiglie povere con minori a carico.
Il nuovo “Fondo per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale” prevede misure per affrontare le
situazioni di disagio sociale con azioni di
lotta alla povertà e di potenziamento del fondo per le non autosufficienze, oltre alla costituzione di un ulteriore fondo per disabili anziani. Lo strumento utilizzato – fa sapere il Governo – sarà quello del Reddito d’inclusione attivo, sino ad oggi utilizzato, in via
sperimentale, in 12 città campione e di cui hanno beneficiato ben 28mila
soggetti poveri. Con la legge di Stabilità, invece, la prospettiva è quella di
allargare la platea di beneficiari a ben un milione di poveri, di cui circa
500mila minori.
Una quota del fondo sarà destinata al potenziamento
dell’assegno di disoccupazione (Asdi), al sostegno semestrale riconosciuto a
disoccupati con ammortizzatori sociali esauriti e un carico familiare pari o
inferiore a 5mila euro. Gli altri 100 milioni (annui per un triennio)
saranno destinati, invece, ad un fondo sperimentale contro la povertà
educativa.
Fa discutere anche il nuovo fondo denominato “Dopo di noi”: istituito presso il Mef, sarà destinato a sostenere persone con disabilità gravi e in stato
d’indigenza quando vengano meno i familiari di primo grado. Qualcosa di simile, dunque, all’assegno di accompagnamento attualmente erogato dall’Inps. Lo scopo è di evitare che soggetti disabili, per la cui assistenza le famiglie non hanno
risorse economiche, possano finire in istituti.