Nuovo piano per il primo Policlinico
Trasferire le sole attività assistenziali lasciando la didattica in
piazza Miraglia. È l’ipotesi di accordo sul futuro del Vecchio
Policlinico a cui stanno lavorando l’assessore regionale alla Sanità
Mario Santangelo e i vertici della Seconda Università. Della possibile
soluzione si discuterà venerdì nel corso di un vertice già programmato
tra lo stesso Santangelo, il rettore Francesco Rossi e il preside della
Facoltà di Medicina Giovanni Delrio e che sarà preceduto da un
confronto tecnico. Al centro della riunione, oltre a un piano di
riduzione delle spese che verrà presentato dalla Sun, anche la
suddivisione dei posti letto: 80 potrebbero andare al Monaldi, 40 al
Cto e qualcun altro al Policlinico della Federico II. In questo modo si
potrebbe allargare lo spazio per la didattica procedendo ai lavori di
ristrutturazione per destinare una palazzina alla chirurgia e un’altra
alla medicina. Una mediazione tra le parti che il capogruppo regionale
di An Enzo Rivellini considera «un passo indietro da parte
dell’assessore alla Sanità». È, di fatto, la fine del progetto di trasferire
a Caserta la Sun, progetto che risale a circa venti anni fa. Chi
pagherà i danni ai cittadini per le enormi spese sostenute e oggi
buttate al vento? Chi pagherà il danno delle prese in giro fatte ai
tanti operatori e professori? Sul caso interviene, poi, il sindacato
dei medici italiani: «Oltre ai disagi per la didattica e per
l’assistenza – spiegano il presidente Giuseppe Del Barone, il
vicesegretario Giuseppe Tortora e il dirigente Saverio Annunziata – ci
sarebbe un problema gravissimo per l’economia indotta, con la probabile
chiusura di esercizi commerciali che traggono profitti da studenti e
docenti. Avvieremo una campagna di sensibilizzazione e una raccolta di
firme che invieremo alle autorità competenti per scongiurare tale
pericolo». Durissimo il commento di Gabriele Murgia, segretario
generale del Csa della Cisal Università: «Se l’ospedale di piazza
Miraglia sta per morire, o se qualcuno addirittura pensa di ucciderlo,
probabilmente le responsabilità sono di chi in questi anni non ha
saputo o non ha voluto indicare una cura valida». «Siamo tuttavia
convinti – aggiunge Murgia – che prima di avanzare proposte drastiche
andrebbe valutata l’opportunità di lavorare a un progetto per la
riorganizzazione dell’azienda su cui saremmo disponibili a collaborare,
a patto che sia affidato a una personalità forte ed estranea alla
politica». Intanto ieri l’assessore alla Sanità ha incontrato al Centro
Direzionale i rappresentanti confederali e di categoria di Cgil, Cisl e
Uil. Santangelo ha sostenuto «l’importanza di un dialogo franco e
costruttivo con le sigle sindacali. È necessario procedere a una
riorganizzazione del sistema salute che tenga conto del riequilibrio
territorio-ospedale, nel rispetto del malato e del ruolo degli
operatori impegnati. Il confronto con le parti sociali è in tal senso
fondamentale». Si è poi affrontato il nodo dei lavoratori precari:
l’assessore ha assunto l’impegno di invitare i manager delle Asl e
delle aziende ospedaliere a rinnovare i contratti a tempo determinato,
in scadenza a fine anno, per assicurare i livelli essenziali di
assistenza. Dal confronto è emersa infine la necessità, condivisa, di
istituire un tavolo tra Regione, sindacati e associazioni datoriali per
affrontare le delicate problematiche relative alla Sanità privata.