Nuvole sul futuro scalo di Viterbo l’Enac dice no a nuovi aeroporti
ROMA – «Nuovi aeroporti?
Non sono assolutamente necessari». Lo dichiara il presidente dell’Enac,
Vito Riggio, nel presentare il rapporto 2009 dell’Ente per l’aviazione
civile. Parole che sembrano un macigno sulla già tormentata strada
dell’aeroporto di Viterbo, destinato a diventare il secondo scalo della
Capitale.
Dopo il giallo del dossier olimpico, nel quale lo scalo
low cost viterbese (candidato ad accogliere molti voli low cost
dirottati da Ciampino) non è neppure menzionato tra le opere
futuribili, mancava solo la dichiarazione di Riggio. Ma quella del
destino del nuovo aeroporto non è che una delle questioni che,
direttamente o indirettamente, pone l’Enac.
I primi passeggeri in coda al body scanner del T5 a Fiumicino (Faraglia) |
TARIFFE DA AUMENTARE – In arrivo, secondo il presidente
dell’ente, c’è anche una raffica di aumenti negli scali italiani,
inclusi il «Leonardo da Vinci» e il «G.B.Pastine». Secondo Riggio è il
momento di tornare ad investire negli aeroporti: ma solo nei 47 scali
commerciali esistenti che sono «più che sufficienti per cui non ne sono
necessari nuovi». E per investire, «se vogliamo uno sviluppo occorre
rimodulare le tariffe aeroportuali altrimenti in vista dell’aumento di
traffico non saremo all’altezza di essere competitivi».
«L’aumento
delle tariffe in questo momento – osserva Riggio – non è positivo per
gli utenti, ma gli aeroporti non ne hanno da 7 anni e quindi gli
investimenti ne hanno risentito». Peraltro, insiste, l’aumento di 3
euro «per gli aeroporti con oltre 10 milioni di passeggeri, che era
stato annunciato a settembre, non è stato ancora realizzato».
DIECI MILIARDI DA SBLOCCARE –
Sul piano dei nuovi investimenti Riggio ha precisato che «nel prossimo
decennio sono previsti 10 miliardi a livello nazionale, fondi che per
essere utilizzati dai gestori hanno bisogno di uno sblocco delle
tariffe. In dieci anni – ha aggiunto – lo Stato centrale non ha
investito un euro sugli aeroporti, gli investimenti sono stati fatti
tutti dalle società di gestione».
Sugli aeroporti di Fiumicino e
Malpensa, come si legge nel rapporto, Sea e Adr apriranno 17 cantieri
per un investimento complessivo di 5 miliardi entro il 2020 e quasi 14
entro il 2040 con la prospettiva di garantire oltre 150 mila nuovi
posti di lavoro nei prossimi 10 anni.
Altri fondi, secondo il
vertice di Enac, potranno venire da privati ed enti locali: «Nel piano
nazionale degli aeroporti che dovrà essere fatto dal governo si
dovranno individuare quelli strategici e quelli di rilevanza regionale
per i quali gli enti locali possono avere la gestione provvedendo agli
investimenti». Riggio ha ricordato il lavoro dell’Enac per quanto
riguarda il riassetto complessivo del sistema areoportuale: «Oggi sono
più di 40 gli aeroporti certificati dall’Enac e dati in gestione, pari
al 99% del traffico».
Aerei Alitalia a Fiumicino |
ANNUS HORRIBILIS – Nel rapporto Enac si sottolinea come il
2009 sia stato «l’annus horribilis del trasporto aereo che ha
registrato una forte contrazione del trasporto passeggeri e merci e ha
determinato una crisi più grave del 2001-2002». Tuttavia, «l’inizio del
2009 è coinciso con la positiva soluzione della vicenda Alitalia, che
rispetto alle altre compagnie straniere come Air France e British
Airways ha registrato perdite più contenute».
SISTEMA SICURO – Continuando
nella lettura delle statistiche, Riggio rileva che il trasporto aereo
«si è confermato anche nel 2009 il sistema di trasporto più sicuro, con
un tasso in costante calo del rapporto fra incidenti, passeggeri
trasportati, chilometri percorsi, partenze. Lo scorso anno, in base al
numero di incidenti con esito fatale, tale media è risultata in
miglioramento rispetto a quella dell’ultimo decennio.
«In base a
studi compiuti Flight Safety Foundation, nel 2009, riferendosi
all’intero settore dell’industria del trasporto aereo mondiale, – si
legge nel documento – ci sono stati 28 incidenti aerei mortali con 749
vittime, rispetto ai 34 incidenti fatali e ai 583 decessi dell’anno
precedente. Con riferimento agli incidenti aerei gravi (non solo,
quindi, quelli mortali) che hanno coinvolto jet di costruzione
occidentale, il tasso medio che nel 1990 era di 1,18 eventi per milione
di partenze, nell’ultimo decennio è stato pari allo 0,57. In Italia nel
2009 nessun volo di linea è stato coinvolto in incidenti aerei fatali.
Gli unici incidenti aerei che hanno registrato vittime sono stati un
volo militare, il 23 novembre 2009 (Pisa, Lockeed KC-130 Hercules, 5
vittime equipaggio) ed un volo executive, il 7 febbraio 2009 (Trigoria,
Cessna Citation III, 2 vittime equipaggio)».
Intanto prosegue «la
sperimentazione dei due body scanner di produzione americana nei tre
scali italiani di Roma, Milano e Venezia e ci aspettiamo anche un forte
contributo dalle forze di polizia e dal ministero dell’Interno per
agevolare le operazioni di snellimento dei passeggeri».