Obama contro Google: minaccia i diritti d’autore
Strano ma vero, Barack Obama contro Google. L’amministrazione guidata
dal primo presidente tecnologico degli Stati Uniti ha aperto
un’inchiesta sull’innovativa biblioteca di Alessandria costruita dal
gigante telematico. Il dipartimento di Giustizia di Washington sta
indagando su milioni di libri resi disponibili dal popolare motore di
ricerca. Chiunque, con pochi clic, può trovare il celebre incipit di
«Ferito a morte» di Raffaele La Capria (anche se in questo caso,
comunque, dovrà poi comprare il libro). Il governo americano teme che
la Babele elettronica possa costituire una enorme violazione delle
leggi sul diritto d’autore. L’ambizioso progetto di Google era già
finito al centro delle polemiche: gli editori si lamentavano del
mercato di libri su Internet, che sfugge al loro controllo. Lo scorso
ottobre il gigante del web accettò di pagare 125 milioni di rimborsi
all’associazione degli editori americani (Association of american
publishers) e alla gilda degli autori (Authors guild). Quindi, si era
creato un registro degli autori affinché essi possano essere pagati
quando i loro libri finiscono online. Ma gli editori avevano continuato
a protestare, per paura di diventare sempre più piccoli di fronte
all’enorme biblioteca di Google. Così l’amministrazione americana, dopo
aver ascoltato le proteste, ha avviato le indagini (in gergo giuridico
si parla di «civil investigative demands»). Non è detto, comunque, che
per Google arriverà davvero il cartellino rosso. Gli investigatori del
dipartimento, infatti, stanno muovendo solo i primi passi.