Occupazione e lavoratori in Cig
A settembre risultano essere oltre 640mila
i lavoratori in cassa, che hanno subito, nei primi nove mesi
dell’anno, un taglio netto del reddito per oltre 3,5 miliardi di euro,
più di 5.500 euro per ogni singolo lavoratore. Nello stesso mese, il
ricorso alle ore di Cassa integrazione segna un aumento del +34,8% rispetto al
mese precedente, per un totale di ore pari a 103.228.193.
La
Cassa
integrazione ordinaria (Cigo) segna
un aumento sul mese precedente del +189%, per un totale di ore
pari a 26.049.659. Da inizio anno la
Cigo ammonta a 275.697.885 ore, mettendo a segno una
flessione, sui primi nove mesi dello scorso anno, del -33,6%. Aumenta rispetto
ad agosto anche la Cassa
integrazione straordinaria (Cigs) del +39,9%, con 44.858.960 ore.
Nell’intero periodo gennaio-settembre
l’aumento è consistente (+168,7%), per un volume di 364.108.705 ore di
Cigs. I settori con aumenti maggiori, nei primi nove mesi dell’anno
sullo stesso periodo dello scorso, sono quello metallurgico (+578,4%), il legno
(+351,7%), il meccanico (+307,2%) e l’edilizia (+142,1%).
Per la prima volta, da luglio 2009, la Cassa integrazione in deroga
(Cigd), segna una battuta d’arresto, registrando a settembre una diminuzione
sul mese precedente del -8,9% per un totale di ore pari a 32.319.574.
Da gennaio a settembre di quest’anno sono state autorizzate 285.866.890 ore di
Cigd registrando così un incremento sui primi nove mesi del 2009 del +344,3%.
I settori con il maggiore ricorso
alla Cigd continuano ad essere quelli che non rientrano nella
normativa attuale della Cigs. Il raffronto tra gennaio e settembre 2010 sullo
stesso periodo del 2009 evidenzia aumenti consistenti nel settore dell’edilizia
(+1.532,6%), segue la chimica (+553,1%), il
legno (+838%) e il commercio (+442,5%). La piccola
industria meccanica (+314,9%) ha il volume più alto con 87.825.904 ore da
gennaio a settembre.
Le regioni maggiormente esposte con la Cigd restano la Lombardia con, da inizio
anno, 71.479.759 ore (+264,9%), e l’Emilia Romagna con 40.965.719 ore (+1732%).
Causali di Cigs
“I ricorsi alla Cigs, nel corso
dell’anno e fino al 30 settembre, sono stati oltre 4.899 decreti, con un
(+136,3%) sullo stesso periodo del 2009, e riguardano oltre 6.751
unità aziendali. Aumentano le crisi aziendali (+173,7%), che, rappresentano
ormai il 72,9% del totale dei decreti. Tra i decreti di crisi aziendale
continuano a esserci indistintamente le aziende che hanno terminato le 52
settimane di Cassa integrazione ordinaria, con quelle in crisi aziendale non
temporanea.
Tra le altre causali significative per numero
dei decreti restano le domande di ricorso al fallimento (+99%), al
concordato preventivo (+121,9%), all’amministrazione straordinaria (+100%).
Aumentano i contratti di solidarietà
(+77,3%) e rappresentano il
13,2% del totale dei decreti mentre le domande di ristrutturazione aziendale
sono solo 109 (il 2,2% dei decreti) e le conversioni aziendali 10 (0,20%). È
ancora costante, segnala il rapporto della CGIL, la tendenza negativa
all’aumento degli interventi di tipo passivo verso le imprese, mentre gli
interventi che prevedono percorsi di reinvestimento e rinnovamento strutturale
dell’impresa non raggiungono il 6% del totale dei decreti.
Occupazione e lavoratori in Cig
Nel periodo gennaio settembre 2010
considerando un livello medio di ricorso alla Cig, ovvero il 50% del tempo
lavorabile globale (18 settimane lavorative), si confermano in questo periodo
oltre 1.280.000 lavoratori in Cigo, in Cigs e in Cigd. Se invece consideriamo i
lavoratori equivalenti a zero ore per tutto il 2010 (36 settimane) si determina
un’assenza completa di attività produttiva per 642.829 lavoratori, di cui 198.519 in Cigd.
Il rapporto denuncia “una situazione
economica e sociale sempre più insostenibile per milioni di lavoratori”
calcolando come nel corso del 2010 i lavoratori parzialmente tutelati dalla Cig
abbiano perso già 3.549.600.000 euro, mentre la perdita certa, anche al netto
del consumo effettivo delle ore di Cig autorizzate, per un singolo lavoratore a
zero ore è stata di 5.522 euro”.