Ocse, in primo trimestre Pil Italia +1,1%
Nel primo trimestre 2011 il prodotto interno lordo italiano è cresciuto dell’1,1% rispetto al +3,2% dei Paesi G7. E’ quanto stima l’Ocse nell’Interim Assessment aggiungendo che nel secondo trimestre di quest’anno è prevista una crescita dell’1,3% per l’Italia e del 2,9% per i G7. Il dato misura la crescita su base trimestrale annualizzata e l’organizzazione di Parigi si riserva un margine di errore di circa un punto e mezzo percentuale. Dalle previsioni sul G7 è escluso il Giappone perché è ancora impossibile, dice l’Ocse, valutare l’effetto del recente terremoto sullo sviluppo economico del Paese. Tra i Paesi del G7 quello per il quale l’Ocse stima una maggiore crescita è il Canada: +5,2% nel primo trimestre (dato annualizzato) e +3,8% nel secondo trimestre. Per gli Stati Uniti l’Organizzazione di Parigi stima una crescita del 3,1% nel periodo gennaio-marzo e del 3,4% nel trimestre aprile-giungo. In Europa a guidare la locomotiva della ripresa è la Germania: +3,7% e +2,3% rispettivamente nel primo e secondo trimestre. Seguono la Francia (+3,4% e +2,8%) e il Regno Unito (+3% e +1%). Con una crescita stimata dell’1,1% (dato annualizzato) nel primo trimestre e dell’1,3% nel secondo, l’Italia è fanalino di coda tra i Paesi del G7, escluso il Giappone per il quale, a causa del terremoto, nel Rapporto non vengono indicate stime annualizzate.
ITALIA MIGLIORA, MA HA FATTORI STRUTTURALI DEBOLEZZA – “L’Italia sta migliorando, insieme agli altri Paesi del G7”, ma il suo tasso di crescita resta inferiore agli altri a causa di “problemi strutturali” . Lo ha dichiarato il capo economista dell’Ocse, Pier Carlo Padoan, a margine della presentazione dell’Interim assessment. “Le nostre attuali previsioni per il semestre prevedono una crescita dell’1%, che è significativamente meglio rispetto all’anno scorso” ha sottolineato. Il tasso, ha aggiunto, resta però inferiore alla media G7, “per problemi strutturali che non sono una novità, legati a limiti nella crescita potenziale”, a causa di fattori come “scarsa capacità di innovare, costi amministrativi troppo elevati, costo del lavoro troppo elevato, un sistema di imprese troppo piccolo, che quindi investe meno in innovazione”. Resta inoltre il problema della disoccupazione, di cui secondo l’Ocse è preoccupante soprattutto la componente “strutturale”, più che quella “ciclica” legata alla crisi. “C’e un problema di disoccupazione di lungo periodo – ha spiegato Padoan – che dev’essere affrontata non solo con più crescita, ma con politiche di sostegno per le fasce più deboli nel mercato del lavoro”.
RESTA NODO DISOCCUPAZIONE, PIU’ ALTA DI INIZIO CRISI – L’economia dei Paesi del G7 è in recupero ma resta il problema del lavoro. “Anche se le condizioni del mercato del lavoro negli ultimi mesi stanno migliorando nella maggior parte dei paesi dell’Ocse, il tasso di disoccupazione rimane oltre 2 punti percentuali superiore rispetto all’inizio della crisi”. Lo sottolinea l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico nell’Interim Assessment. Per l’Ocse comincia anche ad affacciarsi, soprattutto nelle maggiori economie dell’area, il problema dell’inflazione con un aumento dei prezzi. “Tuttavia – aggiunge il capo economista Pier Carlo Padoan – i tassi di inflazione di fondo sono ancora bassi, considerate le eccedenze” nella produzione legate alla crisi degli ultimi anni. “Le pressioni inflazionistiche sono più forti in alcune di grandi economie emergenti, richiamando un rafforzamento della politica monetaria” aggiunge l’Ocse.
RIPRESA SI CONSOLIDA, PRIORITA’ CONSOLIDARE FINANZE – Si consolida la ripresa nei Paesi Ocse e migliorano anche le condizioni finanziarie. Lo afferma l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, spiegando che, facendo un bilancio tra punti di forza e fragilità, “la ripresa sta diventando in grado di sostenersi da sola”. Ora la politica monetaria dovrà tenere conto invece dei rischi di una ripresa delle dinamiche inflazionistiche. Nella maggior parte dei Paesi – si evidenzia nell’Interim Assessment – il nodo è ancora rappresentato dalle finanze pubbliche e “la priorità resta dunque quella di consolidare i bilanci e stabilire una crescita credibile nel medio termine”. L’Ocse evidenzia infine la necessità di “implementare riforme strutturali pro-sviluppo”.
PESANO SU ECONOMIA MEDIO ORIENTE, AFRICA,PERIFERIA EURO – Le instabilità in Medio Oriente e in Nord Africa, associate ad un possibile aumento dei prezzi del petrolio, potranno pesare sulle prospettive economiche di breve termine dell’area Ocse. “Un’altra fonte di incertezza è legata ai rischi sui debiti sovrani della periferia dell’area euro”. Lo evidenzia l’Ocse nell’Interim Assesment in cui traccia le stime della crescita per i primi due trimestri del 2011.
GIAPPONE, PESA SISMA: PIL -0,2/-0,6% IN PRIMO TRIMESTRE – Il terremoto e lo tsunami che hanno duramente colpito il Giappone porteranno ad una contrazione dell’economia del Paese quantificabile, “come prima stima tra lo 0,2 e lo 0,6% (tasso non annualizzato) nel primo trimestre e tra lo 0,5% e l’1,4% nel secondo trimestre”. E’ quanto prevede l’Ocse spiegando che al momento non è possibile misurare puntualmente gli effetti della tragedia sullo sviluppo economico, tanto che il Giappone nell’Interim Assessment viene escluso dalla media del G7. “I costi del disastro – spiega Pier Carlo Padoan, capo economista dell’organizzazione di Parigi – non sono ancora conosciuti ma la stima preliminare delle autorità è che la perdita di capitali fisici ammonta al 3,3-5,2% del Pil annuale del Paese”. Tuttavia l’Ocse valuta ottimisticamente la capacità di ripresa del Giappone: “Gli sforzi per la ricostruzione cominceranno probabilmente – dice ancora Padoan – relativamente presto e dunque si potrebbe cominciare a superare gli effetti negativi sul Pil già a partire dal terzo trimestre” di quest’anno.