Ocse, stabile sull’8,5% il tasso dei senza lavoro
Nessun miglioramento mostrano gli ultimi tassi di disoccupazione nei paesi Ocse. L’organizzazione ha diffuso i dati di settembre che vedono la media dei 33 paesi membri stabile sull’8,5%, per il quarto mese consecutivo. Da quando è esplosa la crisi il dato peggiore è stato l’8,7%, raggiunto per la prima volta nell’ultimo trimestre del 2009 che ha segnato il picco dei senza lavoro. In seguito la percentuale è scesa impercettibilmente, ma non senza arretramenti: era tornata all’8,7% nell’aprile scorso, per calare all’8,6 in maggio e stabilizzarsi poi sull’8,5 attuale. La situazione nei diversi paesi è comunque molto differenziata. A fronte dei record negativi di Spagna (20,8%, in peggioramento di ben un punto percentuale rispetto ad aprile), Slovacchia (14,7%) e Irlanda (14,1) ci sono i dati sorprendentemente positivi di Corea (3,7%), Olanda (4,4) e Austria (4,5). L’Italia è in una situazione intermedia, all’8,3%, un po’ meglio di aprile (era 8,5) ma peggio di agosto (8,1). E giova ricordare, come ha fatto di recente il governatore della Banca d’Italia Mario Draghi, suscitando polemiche da parte del governo che i cassintegrati non vengono computati fra i disoccupati, come pure gli “scoraggiati”, cioè coloro che sono tanto sfiduciati da non cercare attivamente lavoro perché in questa fase disperano di trovarlo. Aggiungendo queste due categorie si arriverebbe all’11%.
In cifre assolute i disoccupati a settembre erano 45,5 milioni (nei soli paesi Ocse), 600.000 in meno rispetto a settembre 2009 ma 15,4 milioni in più rispetto a settembre 2007.