Omicidi Posillipo: i vicini di casa delle vittime chiedono più sicurezza
“Qui è tutto aperto, pur essendo proprietà privata,
ma adesso è venuto il momento di mettere telecamere e cancelli. Questo
è il secondo omicidio in pochi giorni”: lo dice un vicino di Salvatore
D’Angelo, l’anziano di 78 anni picchiato e imbavagliato ieri nella sua
abitazione da due rapinatori che poi si sono dati alla fuga; l’uomo è
morto durante il trasporto ad una struttura sanitaria specializzata di
Caserta. La morte di D’Angelo si aggiunge al massacro dei coniugi
Franco Ambrosio e Giovanna Sacco, avvenuto il 15 aprile scorso nello
stesso quartiere della “Napoli bene”, Posillipo, in via Marechiaro, uno
dei posti più suggestivi della città.
Parla Enzo Assorgi, un vicino di casa: “A scoprire la morte di
Salvatore è stata una persona che veniva qui ogni tanto a portargli
delle medicine. Uno che ho visto due volte in una decina di giorni. Ho
dato una mano io ai sanitari per trasportarlo: alla casa si accede
attraverso un viottolo angusto, non era facile la manovra – continua
Assurgi -. Non ho mai visto un uomo combinato così: era una maschera
tumefatta. Quando l’ho visto ho capito subito che era grave: era vivo
ma non proferiva una parola, solo qualche lamento. Indossava solo un
paio di pantaloncini e una maglietta”.
Circola una voce, nel quartiere, su una radio ad alto volume. Assurgi
non l’ha sentita però, e replica: “Sentite, qua regna il silenzio. Se
ci fosse stata una radio ad alto volume l’avremmo sentita tutti”.
D’Angelo viveva da solo ma era autonomo: “Ci metteva del tempo a salire
su via Marechiaro, e lì parcheggiava una motoretta Ape. Ogni tanto
veniva a trovarlo qualcuno. Un nipote, qualche amico” ricorda infine il
vicino di casa.