Omicidio Scazzi, Processo resta a Taranto No della Cassazione al trasferimento
Il processo sul delitto di Sarah Scazzi resta a Taranto. Lo ha deciso la prima sezione penale della Cassazione respingendo la richiesta di remissione del processo avanzata dai difensori di Sabrina Misseri, accusata con la madre Cosima Serrano, di concorso in omicidio volontario, sequestro di persona e soppressione di cadavere. In pratica, a modo di vedere degli ermellini, i giudici di Taranto, davanti ai quali domani si riaprirà dunque l’udienza preliminare, non sono in alcun modo condizionati nel prendere la decisione. Di diverso avviso era stata la pubblica accusa di piazza Cavour che ieri, a sorpresa, si era schierata dalla parte della difesa di Sabrina chiedendo che il processo venisse spostato da Taranto a Potenza per un “clima ambientale” che a suo dire si sarebbe “riverberato sulla serenità” dei giudici tarantini. Una tesi che evidentemente la prima sezione penale della Cassazione presieduta da Severo Chieffi non ha condiviso. Da qui il rigetto del ricorso con la condanna al pagamento delle spese processuali. Valter Biscotti, l’avvocato che rappresenta la famiglia di Sarah Scazzi , costituitasi parte civile nei procedimenti in Cassazione, commenta: “I giudici di Taranto sono e saranno sereni nel giudicare” la vicenda. Soddisfazione, dunque, da parte del legale della famiglia Scazzi per il quale “non c’era nessuna argomentazione giuridica o tecnica tale da determinare lo spostamento del processo a Potenza”. Il professor Franco Coppi, difensore di Sabrina, sottolinea: “Pensavamo che fosse opportuno spostare il processo in altra sede ma lo affronteremo comunque tranquillamente davanti ai giudici di Taranto”. Domani, dunque, le udienze riprenderanno davanti al gup tarantino. “In ogni caso – sottolinea Coppi – vanno tenute ben distinte le due sentenze della Cassazione, quella dei giorni scorsi in cui la Suprema Corte ha sostenuto che mancano i gravi indizi su Sabrina e sulla madre, Cosima Serrano, e quella di oggi per la quale chiedevamo uno spostamento del processo ritenendo che i giudici non fossero liberi di decidere”. Il 18 novembre poi la vicenda del delitto di Sarah Scazzi tornerà nuovamente in Cassazione davanti alla quinta sezione penale dove i legali di Sabrina e Cosima ricorreranno contro la prima ordinanza di custodia cautelare.