Ora ad inquinare sono i freni
“Le targhe alterne in città per limitare il pericoloso Pm10? E’ totalmente inutile”. A scriverlo è il rapporto sulla qualità dell’aria 2007 redatto dall’Agenzia della Mobilità di Milano. Sono stati presi in considerazione anche gli anni precedenti e il risultato è una solenne bocciatura per i provvedimenti temporanei. E infine la novità: ad inquinare maggiormente non sono i gas di scarico ma le emissioni da attrito: vale a dire pneumatici e freni.
Impossibile impedire ai cittadini di far rotolare le ruote o schiacciare il pedale del freno. L’unico rimedio è diminuire il numero dei mezzi in circolazione. E quindi il rapporto sembra tirare la volata al contestato Ecopass, la tassa sulla circolazione nel centro storico per i mezzi più inquinanti. Già, ma quali sono questi veicoli “velenosi”? L’agenzia punta il dito in primis sulle macchine e mezzi commerciali diesel. Dai tubi di scarico di questi mezzi fuoriesce il pericolosissimo Pm2,5, il più irritante per i nostri polmoni.
La vera novità del rapporto è però il nuovo elemento messo all’indice come responsabile dell’inquinamento sono i freni e gli pneumatici. Tecnicamente viene definito come inquinamento da attrito, vale a dire che il contatto della gomma sull’asfalto e delle pastiglie dei freni sui dischi creano le microparticelle velenose che costituiscono il Pm10. E non c’è catalizzatore o filtro che possa, al momento, bloccare questo tipo di inquinamento. L’unica soluzione, drastica e di conseguenza irrealizzabile, sarebbe fermare i veicoli. Ma non temporaneamente.
L’analisi dei blocchi del traffico con l’utilizzo delle targhe alterne, che ha tenuto in considerazione anche le condizioni meteorologiche, ha dimostrato che l’impatto sull’aria non è stato significativo. Ben vengano, quindi, interventi duraturi nel tempo. E il faro viene dunque puntato sull’Ecopass, la tassazione dei veicoli inquinanti che entrano nel centro storico. Un deterrente per l’uso dei mezzi privati a vantaggio di quelli pubblici. Il rapporto, chiuso nel 2006, non ha però potuto stabilire l’impatto che questa pollution charge ha sull’aria. Per sapere l’effetto sui polmoni dei milanesi di questa tassa bisognerà aspettare almeno un anno.