Osservatorio Cisl, salgono occupati in 2011 con donne e part-time
Sale il numero degli occupati in Italia, sono per la maggior parte donne e quasi tutti con lavori part-time. A rilevarlo sono le analisi dell’Osservatorio Cisl su ammortizzatori sociali e occupazione. Nei primi tre mesi del 2011, afferma l’Osservatorio della Cisl, gli occupati sono aumentati dello 0,5% (116.000 unità) sullo stesso periodo dello scorso anno, aumento dovuto quasi esclusivamente alla componente femminile.
Dopo una caduta durata oltre tre anni, prosegue la rilevazione, l’occupazione nell’industria in senso stretto manifesta un moderato recupero anno su anno (+1,5%, pari a 70.000 unità). Nelle costruzioni l’occupazione continua a ridursi in misura significativa (-5,3%, pari a -103.000 unità) mentre il terziario registra un nuovo risultato positivo in particolare nei comparti degli alberghi e ristorazione, servizi di informazione e comunicazione e, soprattutto, domestici e di cura.
La crescita occupazionale complessiva interessa, dopo oltre un biennio, prosegue l’Osservatorio della Cisl, anche le figure lavorative a tempo pieno anche se gli occupati a tempo parziale continuano a crescere. Nel primo trimestre 2011 l’aumento è del 2,3% (+78.000 unità), coinvolge sia gli uomini che le donne, ma è dovuto, in parte, a part-time involontario. La riduzione dei lavoratori con contratto a tempo indeterminato è molto contenuta (-0,1%, pari a -19.000 unità), continua, invece, a crescere il numero dei dipendenti a termine (+4,1,% pari a 84.000 unita’).
Per la prima volta dall’inizio del 2008, il numero dei disoccupati registra una riduzione su base annua. Al contrario il tasso di disoccupazione dei giovani tra 15 e 24 anni aumenta dal 28,8% del primo trimestre 2010 al 29,6%, con un picco del 46,1% per le donne del Mezzogiorno mentre cresce anche la popolazione inattiva.
“Nel frattempo – conclude Santini – vanno attivate tutte le possibili misure per assecondare questi primi segnali positivi, a partire da un allargamento delle politiche attive a tutti i soggetti beneficiari di ammortizzatori sociali, e da un miglioramento qualitativo delle stesse, per tararle sulle effettive esigenze di occupabilità dei lavoratori e sui fabbisogni professionali delle imprese e per poter facilitare anche la rioccupazione dei lavoratori che non potranno rientrare nell’azienda di provenienza”.