Osservatorio: «La Tessera del tifoso non è obbligatoria, ma un’opportunità»
La Tessera del tifoso non è obbligatoria,
ma «una facoltà per i tifosi e un’opportunità per le società sportive».
Il segretario dell’Osservatorio nazionale per le manifestazioni
sportive, Roberto Massucci, intervenuto ai microfoni di Radio anch’io Sport,
chiarisce la discussa novità che sarà introdotta nel calcio da gennaio.
«Chi non vuole la tessera potrà sempre acquistare il biglietto normale
con le limitazioni previste» ha aggiunto, chiarendo che la tessera non
potranno averla i sorvegliati speciali e tifosi sottoposti a daspo o
condannati a reati da stadio.
«Con la tessera il tifoso potrà avere più attenzione da parte della
società: è uno strumento di identificazione per comprare i biglietti e
per entrare allo stadio con corsia dedicata». Massucci ha spiegato che
la tessera avrà durata di massima di cinque anni ed è auspicabile
estenderla anche ai minori secondo il modello del Barcellona, «uno dei
migliori modelli organizzativi in Europa».
Il segretario ha poi sottolineato che grazie all’introduzione del
biglietto nominativo c’è stato un abbattimento degli incidenti del
50-60 per cento, e che è tempo di pensare a «una nuova struttura
organizzativa all’intero delle società sportive» con la nascita di una
nuova comunità di tifosi che faccia capo ai club e non più ai gruppi
ultrà. Esclusa al momento la possibilità di rinvio nell’applicazione
della tessera, a partire dal primo gennaio: «Noi abbiamo avuto
indicazioni di rigore assoluto e questo stiamo attuando».
Sulla questione è intervenuto anche il ministro dell’Interno Roberto
Maroni: «Se c’è una proposta alternativa delle squadre, me la facciano
presente e la verificheremo, altrimenti mi spiace per loro ma il
provvedimento si attuerà». Il ministro ha rivelato che «alcune società
protestano, così come una parte delle tifoserie organizzate, che
evidentemente hanno in mente un’altra cosa rispetto ad andare a vedere
una partita di calcio. Queste proteste – ha agigunto Maroni – non mi
spaventano e non mi preoccupano, anche perché sono sempre aperto alle
proposte e alle critiche». Però, ha avvertito, «sono convinto delle mie
posizioni, e nessuna contestazione e nessuna provocazione mi farà
cambiare idea».