Otto milioni di italiani in “sofferenza” i disoccupati veri sono 3,5 milioni
Circa otto milioni di persone in “sofferenza” a causa della “radicale modifica” della struttura del mercato del lavoro. La stima contenuta nel rapporto curato dall’Ires Cgil tiene conto di “disoccupati, inattivi, cassintegrati, precari e part time involontari”, una platea che si è allargata negli ultimi anni a causa di “un mercato del lavoro sempre più ‘atipico’: scenario della crisi”, come recita il titolo del documento. Lo studio ripercorre gli ultimi quattro anni dell’occupazione italiana (dal 2007 al primo semestre di quest’anno), mettendo a fuoco l’impatto della crisi in corso nel mondo del lavoro. In questo quadro l’area della disoccupazione allargata, che comprende tutti i disoccupati registrati dall’Istat e tutti gli inattivi in età da lavoro, raggiunge i tre milioni e mezzo di persone.
Dal rapporto emerge dunque “un quadro nero”: a fronte della caduta del Prodotto interno loro italiano nel passato biennio, che ha determinato nel decennio 2001-2010 una performance di crescita dello 0,2% contro l’1,3% della media Ue, si è avuta una “caduta drammatica dell’occupazione” con oltre 530 mila occupati in meno, sempre nel biennio di crisi, che ha interessato prima il lavoro temporaneo e poi le posizioni stabili.
Contestualmente, si legge nel rapporto, sono aumentate la disoccupazione e l’inattività, quest’ultima non ‘intercettata’ dagli indicatori tradizionali di calcolo del tasso di disoccupazione. Lo studio infatti ritiene “restrittivi” i criteri per definire il tasso di disoccupazione, ovvero il binomio ricerca attiva di un lavoro e disponibilità a lavorare, come sostenuto recentemente anche dall’Istituto di statistica. L’area della disoccupazione allargata, che comprende tutti i disoccupati Istat e tutti gli inattivi in età da lavoro, risulta molto più vasta di quella della disoccupazione ufficiale. In particolare, nel 2010 ha contato, secondo l’Ires, circa tre milioni e mezzo milioni di persone, di cui un milione e mezzo senza impiego, e più della metà residenti nel Mezzogiorno. Non quindi una forzatura, ma “la consapevolezza che la crisi ha dilatato i tempi delle disoccupazione”, come osserva la direttrice Giovanna Altieri, nel segnalare che “aumenta il peso di quanti cercano un impiego per un periodo compreso tra sei e 23 mesi”.
Il tasso di disoccupazione ha cominciato a crescere nel 2008 arrivando all’8,4% lo scorso anno, media tra il 13,4% nel Mezzogiorno e il 6,4% nel Centro-Nord. Risalta ancora una volta negativamente il dato relativo alle donne: il tasso di disoccupazione femminile lo scorso anno è stato pari al 9,7%, con il Mezzogiorno in sofferenza al 15,8% e il Centro-Nord al 7,6%
Gli scoraggiati, coloro che rinunciano alla ricerca di un’occupazione perché convinti che non riusciranno a trovarla, erano nel 2007 l’8,8% degli inattivi in età da lavoro, circa 1.290.000 persone. Nel 2010 il loro peso è salito al 10,1%, dato equivalente a quasi un milione e mezzo di individui. L’aumento, spiega il rapporto, ha interessato tanto il Centro-Nord (dal 4% al 5,3%) quanto il Mezzogiorno (dal 14,7% al 15,8%), dove peraltro si concentra nel 2010 il 72% degli scoraggiati, vale a dire 1.080.000 persone. Per quanto la crisi abbia alimentato lo scoraggiamento soprattutto tra gli uomini meridionali e le donne del centro-nord, l’aggregato conserva un “carattere prettamente femminile”, come osserva l’Ires, rappresentando le donne, ancora nel 2010, più dei due terzi dell’insieme.
La categoria più penalizzata, come emerge da ogni nuovo rapporto e da ogni nuovo dato statistico, è quella dei giovani tra i 15 e i 34 anni. In due anni, spiega il rapporto, perdono 854 mila occupati, vale a dire il 12% di 7 milioni 110 mila stimati nel 2008-9. Nel dettaglio per classi decennali, gli occupati più giovani (fino a 24 anni) diminuiscono relativamente di più (-15,9%, vale a dire -235 mila unità) mentre i meno giovani, ovvero le “nuove generazioni” o “giovani adulti”, di 25-34 anni, si riducono dell’11%, percentuale equivalente a una perdita in termini assoluti molto più consistente (-619 mila).