Padova, «Mio padre è un falso invalido» E lo denuncia per non pagare il sussidio
PADOVA (15 maggio) – Lui è un anziano ultrasettantenne padovano, quasi cieco,
Analizzato il caso, il giudice padovano stabilisce che il fratello e la sorella, debbano, entrambi, corrispondere al papà un assegno mensile di circa 300 euro.
Adesso il rapporto, infarcito di scatti fotografici e puntuali
e padre di due figli. L’Inps, riconoscendo la sua invalidità decide di
concedergli un sussidio mensile. Che però non basta al suo
sostentamento. Anche perché accanto all’uomo, data la sua invalidità,
deve essere sempre presente una badante. Il cui costo per
l’anziano non è più sostenibile. E allora in suo aiuto arrivano i
servizi sociali che si rivolgono al Tribunale per ottenere dai figli (un maschio e una femmina) un ulteriore sostegno economico capace di garantire al papà un’esistenza dignitosa.
Decisione che la donna sembra accettare, ma alla quale il fratello si
oppone categoricamente. E non solo, perché decide di spingersi ben
oltre il semplice rifiuto. Così, per dimostrare che il padre non è
invalido come invece continua a dichiarare, assume un investigatore
privato e lo piazza per un periodo di tempo a monitorarne, e a
documentarne, attività e spostamenti. Tanto che al termine
dell’indagine, corredata da diverse foto, il panorama sembra
ribaltarsi. L’anziano infatti in alcune immagini sarebbe ritratto
nell’orto di casa intento a zappare e a prendersi cura dei pomodoro. In
altre a passeggiare solo, per strada, senza l’aiuto della badante. Che
intervistata, sempre dall’investigatore privato assunto dal figlio,
confermerebbe il fatto che il settantenne in alcune circostanze
uscirebbe di casa senza di lei, da solo, nonostante la sua miopia
ritenuta invalidante.
testimonianze, è finito in Procura, sul tavolo del pubblico ministero
padovano Sergio Dini, accompagnato dalla denuncia del figlio che accusa il papà di essere un falso invalido e
per questo motivo di non volergli assolutamente corrispondere il
supplemento alla pensione stabilito dalla sentenza del tribunale.
Denuncia che ora il sostituto procuratore vaglierà con attenzione, per
capire se effettivamente possa configurarsi, per l’ultrasettantenne, il
reato di truffa ai danni dello Stato.