Paese mio io vado via – I dati del Rapporto Istat e di Migrantes
Continua ad aumentare senza sosta il numero degli italiani che scelgono
di emigrare in altri Paesi. I dati sono contenuti nel recente Rapporto Istat e
nel X “Rapporto Italiani nel Mondo” (2015) della fondazione Migrantes. Il numero più alto di italiani in fuga degli ultimi dieci anni si registra nel 2013, con
una crescita del 20% rispetto al 2012.
Uno spopolamento che allarma. Sono infatti 354.554 i
cittadini italiani che negli anni più duri della crisi, dal 2007 al 2013, hanno
spostato la loro residenza altrove.In pratica, è come se una città di medie dimensioni, ad esempio Firenze, si fosse completamente desertificata.
Da dove se ne vanno più frequentemente? La Lombardia, con 18.425 partenze, è la prima regione, seguita della Sicilia che, dalla quarta posizione del 2014, quest’anno è seconda.
Le cause riguardano prevalentemente la mancanza di lavoro, ma cresce anche il numero di coloro – specie imprenditori e liberi professionisti – che prescelgono Paesi con una tassazione ben più accettabile rispetto alla massiccia imposizione fiscale che c’è in Italia.
Fra le mete maggiormente gettonate al primo posto ci sono gli altri Paesi di Eurolandia (Francia, Germania e Regno Unito in testa), seguono gli Stati Uniti.
Quanto ai laureati, secondo AlmaLaura per chi trova lavoro all’estero ci sono «migliori chance lavorative
verificate in particolare dalla maggiore quota di contratti a tempo
indeterminato (60% all’estero, 49% in Italia)».
del Centro-Nord (+500mila). L’Istat mostra che «nel Mezzogiorno, escludendo l’Abruzzo che
presenta un saldo di +0,1 per mille, in tutte le regioni si registrano saldi
interregionali negativi, particolarmente rilevanti in Calabria (-3,3 per mille)
e Campania (-3,1)».
«Questi dati preoccupanti – osserva il presidente di Noiconsumatori.it, Angelo Pisani – sono il risultato di politiche sbagliate, di governi come i nostri che, invece di tagliare le spese inutili di apparato, continuano a caricare sulle spalle degli italiani il peso della crisi».