Palazzo San Giacomo chiede la tarsu, ma la evade
Palazzo San Giacomo moroso su Ici e Tarsu. E le sue pendenze finiscono
nel calderone dei debiti fuori bilancio, ossia nella lista di spese non
previste nel bilancio previsionale, più volte nel mirino della
magistratura contabile. I bollettini scaduti riguardano gli immobili di
proprietà dell’amministrazione situati in altri Comuni. Per il capitolo
Tarsu, il creditore in questione è il Comune di Cercola, che batte
cassa per circa 45mila euro per gli anni 2001-2005. Morosità anche per
il pagamento dell’Ici sugli immobili di Palazzo San Giacomo nei Comuni
di Portici (oltre seimila euro per gli anni 1994 e 1995) e Somma
Vesuviana (oltre 26mila euro, relativi al 1994 e al triennio 96-99).
«Ne ho parlato con i miei uffici – dice l’assessore al Patrimonio,
Marcello D’Aponte -: mi riferiscono che i pagamenti sono stati
recentemente effettuati. Provvederemo a ulteriori verifiche». Resta da
capire perché spese prevedibili e previste siano andate a ingrossare la
lista dei debiti fuori bilancio, contenuti nella manovra di
assestamento di bilancio, votata l’altro giorno del consiglio di via
Verdi. A scovare il ritardo dei pagamenti nelle pieghe delle delibere
discusse in aula, il consigliere del Pdl Raffaele Ambrosino.
«Incredibile – dice – Tarsu e Ici sono spese che non capitano tra capo
e collo. È paradossale: dopo la task forse istituita da Realfonzo per
stanare i furbi che evadono la Tarsu, scopriamo oggi che il Comune è
moroso proprio sulla tassa per i rifiuti. E non solo». L’assemblea
cittadina è stata chiamata a riconoscere la legittimità dei debiti
fuori bilancio. Debiti che, nonostante la cura dimagrante imposta
dall’ex assessore Realfonzo, ammontano a 50 milioni e 607.266,94 euro.
Una cifra di gran lunga inferiore a quella degli anni precedenti, ma
comunque salata, che comprende anche le morosità per Ici e Tarsu.
Incassato il riconoscimento di legittimità, il capitolo non è chiuso.
Lo stesso Realfonzo, a giugno scorso, aveva ottenuto dalla giunta
l’approvazione di una complessa delibera di contrasto alla formazione
di debiti imprevisti. Un provvedimento in grado di vincolare i
dirigenti comunali per limitare la formazione di debiti fuori bilancio
alle sole spese per le quali sussistono obblighi perentori. In caso di
inadempienza – è scritto nella delibera – il dirigente non si vedrà
riconosciuta l’indennità economica di risultato. Viene inoltre
istituito un comitato per valutare i documenti prodotti dai dirigenti
che propongono il riconoscimento del debito. Nel caso in cui il parere
del comitato risulti negativo, la pratica va al servizio ispettivo per
ulteriori azioni a carico dei soggetti responsabili dell’insorgenza del
debito ingiustificato. E gli ispettori sono già al lavoro.