Pasta troppo cara: produttori convocati di nuovo da Mr Prezzi
MILANO — La rivolta contro il caro pasta continua. Questa volta
i dati parlano da soli. Nell’ottobre 2006 un chilo di frumento duro
(la materia prima) costava 0,15 euro, un chilo di semola (il
semilavorato) costava 0,27 euro, un chilo di pasta era venduta a 1,18
euro al consumatore. A fine novembre di quest’anno all’origine il
prezzo era salito a 0,18 euro (+4,2%), quello all’ingrosso a 0,31 euro
(+7,1%), quello al consumo a 1,65 euro (+39,7%).
Ma anche la dinamica dei tre andamenti, come mostra l’elaborazione
del Garante sui Prezzi su dati Istat ed Ismea, è significativa. A un
certo punto, tra marzo e maggio 2008, dopo un periodo di impennata, i
prezzi della materia prima e quelli all’ingrosso cominciano a
scendere, i prezzi al dettaglio invece continuano a salire e poi si
stabilizzano. «In genere se i prezzi all’ingrosso scendono per un
periodo di tempo congruo, in un mercato concorrenziale qualcuno si
differenzia e al dettaglio diminuisce i prezzi. Invece con la pasta
non accade: gli attori si muovono tutti insieme, nonostante la
frammentazione del mercato. Vuol dire che c’è qualcosa che non va»,
afferma Mr Prezzi Roberto Sambuco.
Nell’ultimo anno è successo qualcosa di ancora più evidente. I
dati dicono che a novembre il prezzo della pasta sugli scaffali dei
negozi è diminuito del 4,7% sull’ottobre 2008, ma nel frattempo la
materia prima è crollata del 30,5% e la semola del 26,6%. Come dire:
la fiammata dei prezzi dei cereali si è spenta, ma i prezzi della pasta
non sono diminuiti o non sono diminuiti abbastanza. E questo dopo la
prima indagine del Garante dei prezzi, seguita da una serie di tavoli
con i produttori, dopo l’indagine dell’Antitrust, culminata con una
multa per 12,5 milioni di euro a 24 pastifici e due associazione del
settore, poi confermata a fine ottobre anche dal Tar, che ha respinto
il ricorso dei pastifici. Ecco perché il Garante dei prezzi, dopo aver
completato la nuova indagine sull’andamento dei prezzi degli ultimi 12
mesi, si prepara a una nuova offensiva contro i produttori di pasta.
«A gennaio convocheremo di nuovo i pastai e tutte le parti interessate
della filiera a un tavolo. Nel frattempo ci attiviamo, perché la
dinamica sui prezzi è opaca e sicuramente non virtuosa. Sembra
prefigurarsi un comportamento dannoso nei confronti dei consumatori».
In pratica? «Speriamo che si ripeta quanto accaduto con gli Sms. Il
prezzo massimo era fuori misura, perciò abbiamo chiesto agli operatori
di intervenire, altrimenti lo avremmo fatto noi. E alla fine si sono
adeguati».
Là c’era una direttiva Ue da rispettare, qui no. Però Mr Prezzi
sembra pronto a intervenire comunque. Anche a costo di ricorrere
all’uso della Guardia di Finanza, dopo l’intervento nei giorni scorsi
con incursioni nelle maggiori aziende, su incarico della Procura della
Repubblica, che ipotizza il reato di manovre speculative. E
intenzionato, se i pastai non cederanno, perfino a presentare una
riforma del mercato, come ha già fatto con i carburanti, riforma
adesso allo studio del governo.