Pensionato italiano all’estero? Ecco le novità dall’INPS per chi fugge dal tassificio Italia
Sono oltre diecimila, nella sola isola di Tenerife, i pensionati italiani che hanno scelto di lasciare il nostro Paese per trasferirsi nelle magiche isole dell’arcipelago iberico. Altri preferiscono il Portogallo, molti scelgono mete ancor più esotiche in Sud America. Tutto, pur di fuggire dal tassificio Italia, che divora le risorse di chi a stento riesce a sopravvivere con il reddito pensionistico messo su in quarant’anni e passa di lavoro e sacrifici.
A tutti loro è rivolta la circolare numero 2757 emanata dall’Inps pochi giorni fa, il 21 giugno. Nella nota l’Istituto chiarisce la nuova normativa fiscale sulle pensioni erogate a soggetti residenti all’estero (ai sensi del D.LGS 21.9.2015). Per l’anno in corso, viene precisato, a partire dalla mensilità di luglio 2016 saranno azzerate le detrazioni relative ai carichi familiari, attualmente applicate sulle pensioni dei residenti all’estero che non abbiano già fatto pervenire la dichiarazione di spettanza.
Il recupero delle detrazioni già concesse sulle mensilità da gennaio a giugno 2016 sarà avviato in cinque rate, a partire da quella di ottobre 2016, nei confronti dei pensionati che, nel frattempo, non avranno fatto pervenire la dichiarazione di spettanza in tempo utile per il ricalcolo di tale mensilità. «Eventuali dichiarazioni che dovessero pervenire successivamente al blocco delle detrazioni o all’avvio del recupero delle detrazioni applicate nel primo semestre – viene specificato – in presenza delle condizioni previste dalla legge, produrranno la riattivazione delle detrazioni ed i conseguenti conguagli sulla prima rata utile».
«Ma lo sapete – dice un anziano ingegnere italiano ora residente alle Canarie – che significa per l’economia, ad esempio, l’aumento del costo di percorrenza delle autostrade? Sono aumenti dei costi a carico delle imprese. Perché quasi tutte le merci in Italia viaggiano su gomma. Aumento dei costi che le imprese non potranno recuperare. Perché oggi, con la deflazione che c’è, a un aumento dei costi di produzione non può corrispondere un aumento dei prezzi dei prodotti. Già la gente acquista il giusto. Se i prezzi aumentano, la riduzione della domanda è ormai immediata».
«Ma chi l’avrebbe mai detto – si chiede una pensionata della scuola con base a Gran Canaria – che a Milano, a Torino, a Napoli con pensioni da 1.200 Euro al mese, che ai tempi della lira erano quasi 2 milioni e mezzo di lire, ci sarebbero stati problemi anche per i cibo? Eppure è così!…». Fra le imposizioni fiscali che hanno indotto migliaia di cittadini over 60 alla fuga – raccontano – spiccano i costi alle stelle della giustizia in Italia: «Oggi – dice un ex dipendente pubblico – anche una causa di lavoro è diventata un onere insostenibile per il singolo lavoratore, ma anche per una piccola impresa, senza contare le sempre più affamate partite Iva».
«Non contestiamo in sé i chiarimenti dell’INPS sulle pensioni degli ex lavoratori oggi all’estero – dichiara il presidente di www.noiconsumatori.it, avvocato Angelo Pisani – perché fino a quando non cambiano le regole l’Istituto deve applicarle. Quello che piuttosto la dice lunga – attacca Pisani col solito piglio deciso – è il fatto che l’INPS abbia dovuto emanare questa circolare. Perché ormai il Paese, il Governo, gli Istituti di previdenza sono costretti ad ammettere esplicitamente che, in presenza di una tassazione insostenibile, l’unica salvezza è scappare. Possibile – conclude – che dobbiamo assistere a tutto questo e vedere spopolato il nostro Paese, già decimato dal bassissimo tasso di natalità dovuto alla mancanza di lavoro, a sua volta connessa alla difficoltà di fare impresa nell’Italia delle tasse?».
Si applica a ventola..scappato in Canada o letta a Parigi?