Pensioni, esodati fanno causa al ministero per danno morale
Gli esodati fanno causa al ministero del Lavoro per danno morale. L’azione parte dallo studio legale bolognese Alleva, su mandato del comitato nazionale contributori volontari e verrà intentata ad un tribunale civile di Roma. È «un procedimento simbolico – dice l’avvocato Francesco Alleva che segue la questione con il padre Piergiovanni – ma non escludiamo di trovare un giudice che ci liquidi un risarcimento». Contro la Riforma, verrà anche presentato un ricorso alla Corte Costituzionale.
Si parte dal presupposto che possa essere riconosciuto un danno «da emozione». «Fin dall’inizio sul numero degli esodati è stato uno stillicidio di cifre», spiegano dallo Studio Alleva.. Al ministero, guidato da Elsa Fornero, non viene contestato il diritto-dovere di governare, ma come è stata gestita la comunicazione. «Lo stesso ministro – prosegue il legale – dopo un braccio di ferro con l’Inps ha detto che avevano sbagliato i numeri». Quindi la causa si baserà su «come è stato comunicato: ci sono persone che lo hanno vissuto molto male, alcuni hanno fatto anche brutti gesti», fa notare Alleva. L’idea, ancora da precisare, è di fissare una quota di diecimila euro ad esodato: per duecento persone, due milioni. «Chi governa – prosegue – non può gestire la gente in maniera approssimativa, bisogna mettersi nei panni».
esodati allo sbando ritengo di appartenere ai 55.000 salvaguardati dall’ art 22 della legge SPENDING REVIEW , il cui decreto attuativo è stato firmato il 5 ottobre 2012 . ma di cui ancora non esiste traccia di pubblicazione su Gazzetta Ufficiale .Io sono uscito dalla mia azienda il 30/12/2011 in mobilità , in base ad accordi fatti a livello governativo addirittura a fine del 2010 e quindi ben prima del 4 /12/2011 , per cui dovrei appartenere alla quota di 55000 salvaguardati . Ai patronati e all’ INPS , dove mi sono recato più volte , allargano le braccia dicendo che , se non avviene la pubblicazione su gazzetta ufficiale non possono far nulla . Tutto ciò è vergognoso visto che quando io ho firmato la mia uscita esisteva un patto con lo STATO , in base al quale potevo andare in pensione con certe regole , ma lo STATO NON MANTIENE LA PAROLA e L’ IMPEGNO con i cittadini che da 37 anni versano contributi e che da sempre pagano le tasse .Le chiedo se si può fare qualcosa ? Se l’ attesa sarà lunga , o se è il caso di intraprendere azioni legali o ricorso al TAR .Grazie e distinti saluti Giuseppe Librino da Palermo ( 60 anni )