Pentito napoletano si impicca in cella con calzamaglia nel carcere di Benevento
NAPOLI
E per Sarno, «la macabra conta dei suicidi, purtroppo ed
(8 aprile) – Un detenuto di 39 anni, napoletano, collaboratore di
giustizia, si è suicidato nella tarda serata di ieri nel carcere di
Benevento. Ne dà notizia il segretario generale della Uil penitenziari,
Eugenio Sarno, ricordando che si tratta del diciottesimo suicidio
avvenuto quest’anno in un penitenziario italiano. L’uomo si è impiccato
con una calzamaglia, nella propria cella del reparto transito della
casa circondariale di Benevento, dove si trovano – ricorda Donato
Capace, segretario del Sappe, il sindacato autonomo di polizia
penitenziaria – «quasi 400 detenuti a fronte dei circa 240 posti letto
regolamentari».
inevitabilmente, è destinata ad aumentare. È chiaro che le soluzioni
tampone ed estemporanee adottate dal Dap nulla risolvono, se non
addossare sulle già fragili spalle della polizia penitenziaria
responsabilità e competenze estranee al proprio mandato. Bisogna
implementare gli organici della polizia penitenziaria (carenti di circa
seimila unità) per consentire in condizioni accettabili di svolgere i
servizi minimi di sorveglianza e prevenzione». Aggiunge Capece: «La
carenza di personale di polizia penitenziaria e di educatori, di
psicologi e di personale medico specializzato, il pesante
sovraffollamento delle carceri italiane (oltre 67mila detenuti in sedi
che ne potrebbero ospitare 43mila) sono temi che si dibattono da tempo,
senza soluzione, e sono concause di questi tragici episodi. E il
personale di Polizia Penitenziaria è stato ed è spesso lasciato da solo
a gestire all’interno delle nostre carceri moltissime situazioni di
disagio sociale. È necessario dare attuazione alle previsioni contenute
nel Piano carceri del Governo, potenziando maggiormente il ricorso
all’area penale esterna e limitando la restrizione in carcere solo nei
casi indispensabili e necessari».