Per Autostrade rincari del 2,4%
Scatteranno alla mezzanotte di domani gli aumenti delle tariffe
autostradali. L’appuntamento annuale con il rincaro al casello, dopo
l’approvazione delle nuove convenzioni autostradali avvenuto lo scorso
anno, sarà inesorabile. I ministeri per le Infrastrutture e per
l’Economia hanno approvato con decreto gli aumenti proposti dall’Anas
per 21 concessionarie autostradali.
Gli aumenti saranno tutto sommato contenuti sulla gran parte della
rete: il pedaggio sulle tratte di Autostrade per l’Italia, che gestisce
il 53% della viabilità nazionale per un percorso di 1.100 chilometri
(tra cui l’Autostrada A1, la A4 Milano-Brescia, l’Autostrada del Sole
A14), aumenterà del 2,4 per cento, esattamente come lo scorso anno, e
si colloca al di sotto della media di settore degli aumenti. L’Aiscat,
l’associazione delle concessionarie, ha infatti calcolato che la media
dell’incremento per tutto il settore è pari al 2,75%, in calo rispetto
allo scorso anno quando la media è risultata pari al 3,47 per cento.
A trainare gli aumenti nel maggio scorso – le tariffe furono
sbloccate a fine aprile perché erano state congelate per i primi
quattro mesi dell’anno a seguito della crisi – erano state le
concessionarie del gruppo Gavio.
In particolare la Satap, che gestisce le tratte Torino-Piacenza e
Torino-Milano. Nel maggio scorso la To-Milano si era vista riconoscere
un’impennata del 19,5%: dal primo gennaio 2010 l’aumento su questa
tratta sarà più contenuto ma resterà comunque il più alto tra gli
incrementi e pari a circa il 15,5-16 per cento. Anche la
Torino-Piacenza manterrà un rincaro consistente, seppure questo sarà
del 9,5% circa contro il 12,6% di maggio.
La società del gruppo Gavio era stata tra le poche a chiedere e
ottenere un riequilibrio finanziario del piano di sviluppo, avvalendosi
della riforma voluta dall’ex ministro Antonio Di Pietro. Autostrade per
l’Italia, invece, ha ottenuto l’approvazione via decreto-legge di un
contratto ad hoc che stabilisce incrementi constanti per venti anni in
base a una formula tariffaria che prevede il recupero degli
investimenti fatti più il 70% dell’inflazione reale. Il piano
finanziario di Autostrade è strutturato in modo tale da garantire
aumenti tariffari molto contenuti entro i primi 4-5 anni, ma questi
sono destinati a salire sensibilmente negli anni successivi di pari
passo con l’implementazione del piano di investimenti.
Tra gli aumenti previsti per le altre concessionarie autostradali,
la Brescia-Padova dovrebbe vedersi riconoscere un adeguamento del 6,5%
(contro l’1,6% di maggio). L’Autobrennero dovrebbe restare in linea con
lo scorso anno e ottenere un +1,6%, altrettanto dovrebbe accadere per
la Milano-Serravalle (+2,48% nel maggio scorso).
Gli aumenti sono comprensivi di una quota pari a 3 millesimi di
euro a chilometro per il traffico leggero e a 9 millesimi di euro per
il traffico pesante che andranno nelle casse dell’Anas. L’ente guidato
da Pietro Ciucci dovrebbe così incassare quest’anno un importo
complessivo ben inferiore a 300 milioni di euro, contro i 330 milioni
registrati nel 2009. Oggi, comunque, è prevista la comunicazione
ufficiale degli aumenti da parte di Aiscat e di Anas. Ieri intanto
Atlantia, la holding che controlla Autostrade, ha annunciato che il
raccordo autostradale Valle D’Aosta, una delle concessionarie che fanno
capo al suo gruppo, ha siglato con Anas la nuova convenzione unica.