Per gli occhiali 3D si annuncia un ricorso al Tar
Occhiali 3D, brutti, sporchi e cattivi. le montature per guardare i
film in 3D sono da giorni al centro di un dibattito che ha visto
scendere in campo anche il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, con una circolare
ad hoc, che ha stabilito che debbano essere solo monouso,
sconsigliandone l’uso ai bambini sotto i 6 anni. La circolare è stata
adottata in seguito al parere emesso dal Consiglio superiore di sanità,
in considerazione del rischio di un aumento di trasmissione di
infezioni batteriche e virali derivanti da un’utilizzazione inadeguata
di occhiali 3D multiuso.
Oggi il disagio e le preoccupazioni dell’industria del cinema sono
stati espressi nel corso di una conferenza stampa dai presidenti di
Anec (Associazione esercenti cinematografici) e dell’Anem (Associazione
multiplex), Paolo Protti e Carlo Bernaschi, e dal vicepresidente
dell’Anica, Richard Borg, nel corso di una conferenza stampa dal
titolo: «Siamo di fronte a una “montatura orribile”». Il presidente
dell’Anec, Protti, ha annunciato forme di protesta coinvolgendo il
pubblico e la possibilità di un ricorso al Tar del Lazio. C’è «troppa
confusione», ha sottolineato il presidente dell’Anec, che ha espresso,
comunque, l’intenzione di chiedere al ministero della Salute
l’istituzione di un tavolo di approfondimento al quale siedano anche
imprenditori ed esperti della tecnologia.
Protti ha ribadito che si tratta di una «montatura orribile. Una
situazione assurda che non si è mai verificata in nessun altro paese.
Noi siamo i primi a voler tutelare gli spettatori, ma riteniamo che la
miglior tutela sia la corretta informazione che, invece, è mancata per
colpa di chi ha presentato esposti e generato confusione. Ci sono
sequestri in corso, molti cinema hanno sospeso il 3D, mentre il
pubblico ha protestato contro chi fa campagna diffamatoria. Perché i
sequestri? Perché i divieti ai minori di 6 anni? Che cosa succederà
quando il 3D arriverà in casa con la televisione?».
La situazione italiana viene definita assurda anche da Carlo
Bernaschi e Richard Borg. «Si stanno verificando reazioni
sproporzionate dovute alla disinformazione, con molte persone che ormai
sono preoccupate a entrare in sala. I sistemi di proiezione in 3D sono
tutti di alta qualità e nessuno di essi ha difetti ottici. Siamo di
fronte ad una tecnologia usata in tutto il mondo e nessun altra nazione
ha fatto degli occhiali un problema». Solo in Italia, infatti, 15
milioni di spettatori hanno visto film in 3D tra il 2009 e il 2010.
Le associazioni hanno fatto scendere in campo esperti di
oftalmologia (il professor Corrado Balacco Gabrieli, ordinario di
oftalmologia e direttore del Dipartimento di oftalmologia
dell’Università di Roma La Sapienza, e la professoressa Elena Pacella,
responsabile del Pronto Soccorso oculistico del Policlinico Umberto I)
per garantire che gli occhiali per i film in 3D sono innocui sia per
gli adulti che i bambini. «Le lenti per il 3D – ha detto Balacco
Gabrieli – possono essere usate più volte senza nessun problema. I
rarissimi casi di disagio, cefalee e lievi vertigini, sono dovuti a
problemi di natura refrattiva già esistenti nel soggetto e non
adeguatamente corretti. Gli occhiali per il 3D possono rappresentare in
questi casi una spia per indurre chi li utilizza a correggere il
proprio difetto di refrazione». Elena Pacella ha nettamente distinto la
disinfezione dalla sterilizzazione. «Gli occhiali per il 3D vanno
disinfettati, e per questo sono sufficienti gli accorgimenti messi in
atto dai cinema. È sufficiente l’amuchina o la clorexidina, con cui
sono imbevute anche le salviette distribuite dagli esercenti. La
sterilizzazione è necessaria per i ferri chirurgici, ma non per gli
occhiali 3D, che non possono essere accusati di essere portatori di
infezione». Il ministero della Salute, però, la pensa diversamente.