Per la Corte di giustizia europea l’imposizione di prezzi minimi delle sigarette viola la concorrenza
L’imposizione di prezzi minimi di vendita delle sigarette distorce la concorrenza. Questa la decisione della Corte di giustizia che, con la sentenza di oggi C-571/08 (il testo su www.guidaaldiritto.ilsole24ore.com) ha condannato l’Italia per aver consentito, con la finanziaria 2005, al ministero dell’Economia e delle finanze di fissare un prezzo minimo nella vendita al pubblico dei tabacchi lavorati. Contro il provvedimento – in contrasto con la direttiva 95/59/Ce che lascia i produttori e gli importatori dei paesi liberi di stabilire i prezzi massimi di vendita al dettaglio in ogni stato membro – è intervenuta Bruxelles che ha introdotto un ricorso per inadempimento contro l’Italia.
Il mancato allineamento alle norme comunitarie ha portato la questione davanti ai giudici di Lussemburgo che, con la sentenza di oggi, hanno rigettato tutte le motivazioni fornite dall’Italia. La Corte ha, infatti, respinto la giustificazione sulla tutela della salute e della vita delle persone. Lussemburgo ammette che la politica fiscale costituisce uno strumento importante ed efficace di lotta al consumo del tabacco e contribuisce pertanto alla tutela invocata dall’Italia. La Corte indica però un’altra strada per alzare i prezzi con effetto deterrente: quella dell’aumento dell’imposizione fiscale. E’ consentita dunque una maggiorazione delle accise e delle tasse minime sul tabacco ma non si può intervenire direttamente sulla leva dei prezzi. Il regime italiano così strutturato afferma la corte “non consente di escludere che il prezzo minimo imposto pregiudichi il vantaggio concorrenziale”. Al contrario, allineando ai prezzi più elevati i prezzi di vendita al minuto delle sigarette che si situano nella parte inferiore della forcella, il sistema tende a neutralizzare le differenze delle offerte tra i vari prodotti, creando così un danno a importatori e produttori che non possono esercitare la libertà garantita dalla direttiva comunitaria.
E i prezzi? Questo non cambia che i prezzi anche in assenza di un minimale alto resteranno uguali. Guarda caso della notizia nessuno parla molto tra i media. E poi cosa accadrà? Faranno una multa all’Italia che pagheremo noi contribuenti e le aziende del tabacco anche con accise inferiori manterranno identico il prezzo finale, sempre che non lo aumentino.