“Per pagare gli alimenti vivo con 150 euro al mese”
Dunque,
lo stipendio mensile di un funzionario comunale, categoria D, è di
circa mille 500 euro al mese. Se part-time, scende a 700. Vanno ancora
tolti 300 euro per la cessione del quinto (ristrutturazione casa). Ne
restano 400. «Ecco, il giudice ha stabilito che devo ancora passare un
assegno di 250 euro a mia moglie per il mantenimento delle figlie
minori. Per campare, mi restano 150 euro al mese». Angelo Grasso, in
sei minuti di intervista a una trasmissione pomeridiana di Rai1, ha
raccontato «la tragedia» degli uomini separati, perseguitati dalle
mogli e, diciamolo, anche dai tribunali.
Così, sciopero della
fame. Iniziato a febbraio, sia pure a metà, poi più severo a partire
dall’8 marzo scorso, data non simbolica: la festa della donna. Angelo
ha perso 13 chili, il lavoro («Mi hanno sospeso dopo una lite con i
carabinieri che volevano impedirmi di andare a prendere a scuola le mie
figlie, in base all’accordo giudiziale, chiamati da mia moglie, tre
giorni di cella, quattro ore per avere un bicchiere d’acqua») e anche
la casa di famiglia, acquistata – dice lui – da entrambi i coniugi: 250
metri quadrati, ingressi separati. «Me ne devo andare domani, lasciando
tutti i mobili. Ho proposto a mia moglie, che è un medico dentista, di
dividerla in due alloggi. Niente, serve tutta intera, a lei e a mia
suocera». Angelo («su consiglio, anzi, su ordine di mia moglie») ha
aperto un’agenzia di viaggio. «La chiuderò a settembre, non mi ha mai
dato nessun reddito, solo altri danni»), medita di rientrare in ufficio
a tempo pieno. «Sì ma non credo di risolvere i miei problemi in questo
modo, ci vorrebbe più comprensione, più equidistanza tra i coniugi. Ora
sono tornato nella casa dei miei genitori, un tetto sulla testa ce
l’ho. Ma domani? Come posso vivere con 150 euro al mese? Mia moglie è
medico, ha un avviato studio professionale, come è possibile che il
Tribunale non ne abbia tenuto conto?».
Disperato. E pieno di
rancore contro la suocera, ritenuta a torto o a ragione, l’origine di
tutti i mali. «Mia moglie è polacca, l’ho accolta 18 anni fa e non
aveva niente. L’ho aiutata ad avviare la sua attività professionale e
poi, un giorno, se n’è andata. Vogliono distruggermi». Il funzionario
comunale ha affidato a un investigatore il compito di sorvegliare la
moglie, difesa dall’avvocato Loredana Gemelli: «Qualcosa ha
scoperto…comunque resta il fatto che non è stato più possibile
tornare assieme». La moglie, attraverso altre carte giudiziarie,
racconta tutta un’altra storia, dal mobbing alla persecuzione, compreso
un «discutibile» intervento in chiesa. Grasso: «Era solo una preghiera
per l’unità della famiglia, un tema generale».