“Per un paese migliore”, proposte concrete su fisco e imprese per uscire dalla crisi
I quattro progetti “chiavi in mano” verranno presentati dai commercialisti a Napoli. Il primo riguarda l’attribuzione di un upgrade costituzionale allo statuto del contribuente, per evitare le troppe norme retroattive in ambito tributario, ma anche la possibilità di vincolare a una maggioranza qualificata (dei due terzi del Parlamento) l’approvazione di un condono.
La seconda proposta riguarda l’istituzione di una procedura agevolata di accesso al credito da parte delle micro, piccole e medie imprese: in pratica, il conferimento ai commercialisti – previo accordo con Abi e Unioncamere che sarà siglato proprio a Napoli venerdì mattina – della possibilità di assegnare un “bollino blu” di certificazione della solidità patrimoniale e dei bilanci delle Pmi, cosicchè sia più facile e veloce l’apertura di credito. Si parlerà, poi, anche di società ad hoc per i liberi professionisti, come tassello preferenziale di una riforma del comparto che stenta a tradursi in un progetto compiuto. Infine, un progetto che preveda forme concorsuali di “fallimento” civile per tutti quei soggetti – singoli, famiglie, piccolissimi imprenditori – che, per natura, non possono dichiarare fallimento ma che, se sovraindebitati, rischiano di restare per anni legati alle loro passività pregresse senza riuscire a reinserirsi nel circuito imprenditoriale o nel ciclo dei consumi (da cui sono rimasti schiacciati). Degli oltre 110mila commercialisti iscritti nei 143 Ordini territoriali, (oltre 30mila solo i praticanti), sono attesi a Napoli circa 3mila delegati. A chiudere il congresso, sabato mattina, è atteso l’intervento dell’avvocato Umberto Ambrosoli (figlio di Giorgio Ambrosoli, il commissario liquidatore della Banca privata italiana di Michele Sindona che fu assassinato nel 1979 proprio da un sicario del banchiere siciliano). Una riflessione sull’etica e sul valore “responsabile” del professionista, nell’esercizio della sua attività.