Perde il lavoro, si uccide
L’Italia è una Repubblica Italiana basata sul lavoro… E’ solo la frase iniziale della Costituzione Italiana se non ricordo male, ma in fondo non mi importa neanche verificarla perchè tanto che ci sia scritto o meno, poco importa quando i risultati sono i seguenti. E’ la storia di un uomo che perso il lavoro, abbandonato dalle Istituzioni, non riesce più a provvedere al mantenimento della famiglia e nell’angoscia più totale si uccide.
Due anni fa aveva perso il lavoro di guardia giurata, negli
ultimi tempi lavorava saltuariamente e alla fine, vinto probabilmente dalla
paura di non poter provvedere in maniera adeguata ai suoi cari, ha deciso di
togliersi la vita. Mariano Pariante, 55 anni, residente in via Filippo Turati,
si è impiccato all’interno di un deposito dell’ex stabilimento Rhodiatoce di
Casoria, in cui lavorava saltuariamente come custode, nella tarda mattinata di
ieri. Lo ha trovato il collega che, all’ora di pranzo, avrebbe dovuto dargli il
cambio ma per lui, ormai, non c’era più nulla da fare. Sul posto si sono
precipitati i carabinieri della locale compagnia con il medico legale che ha
constatato il decesso. Nelle tasche Pariante aveva un biglietto in cui chiedeva
scusa ai familiari per non essere più in grado di portare a casa uno stipendio
fisso e per il gesto estremo. Una famiglia molto unita, quella di Pariante.
Moglie casalinga, tre figli maschi e una femmina, che si è da poco sposata. Due
dei suoi ragazzi studenti all’università. Alla fine del mese le bollette da
pagare tante e i soldi non bastavano mai. Poi le notizie della crisi economica
che Pariante, abituato a lavorare fin da giovanissimo, non è riuscito a
reggere. L’uomo non aveva mai superato lo choc del licenziamento, avvenuto due
anni or sono, ed aveva battuto ogni strada per cercare di migliorare la sua
posizione. Solo negli ultimi periodi aveva trovato lavoro presso la Moon
Service, una società che si occupa di servizi di guardiania per fabbriche e
cantieri ed era stato collocato presso la Rhodiatoce, una fabbrica dimessa da
decenni. Eppure Mariano non era per nulla soddisfatto e continuava a cercare un
lavoro più stabile, che però non arrivava. Così, ieri è andato a Casoria, si è
stretto un cappio al collo, lo ha legato a un tubo di venti centimetri che
sporgeva da un container e si è lasciato andare. Le forze dell’ordine hanno
avvisato i familiari di Pariante e nella fabbrica sono presto giunti il
fratello, il nipote ed un figlio. La moglie, invece, ha visto per l’ultima
volta Mariano al Policlinico di Napoli dove la salma è stata trasferita per
l’esame autoptico. A ricordarlo sono vari amici, tra cui il parroco del paese
di Sant’Anna, don Ciro Ottieri che racconta che di recente l’uomo passava più
tempo in chiesa a pregare. «Ricordo che qualche giorno prima dell’ultimo
Capodanno si fermò a scambiare qualche parola con me e mi disse che non capiva
come la gente, in un momento così difficile, potesse buttare via tanti soldi in
fuochi di artificio, mentre si sarebbe potuto fare del bene a tante persone più
sfortunate. Era un uomo buono» conclude il parroco.