Piano emergenza Vesuvio, pronta la segnaletica per dirigere i flussi
«Il Vesuvio negli ultimi dieci anni ha
abbassato la sua attività, ma questo non vuole dire nè che si può
ridurre il livello di attenzione nè che ci si deve allarmare».
A
fornire il quadro della situazione attuale del vulcano che sovrasta la
città è Giuseppe Luongo, ex direttore dell’Osservatorio vesuviano, a
margine della presentazione in Provincia del piano d’emergenza. Il
Vesuvio, dunque, è sotto stretta sorveglianza e gli strumenti
utilizzati dall’osservatorio ne monitorano costantemente i movimenti.
Ogni
minimo segnale viene registrato e studiato per essere pronti. E come
sono pronti gli studiosi, così lo deve essere la popolazione e in
particolare quella della così detta «zona rossa» cioè l’area più
prossima al vulcano. Secondo i dati forniti, sono 600mila i cittadini
che vivono nei 18 Comuni costruiti all’interno della zona rossa.
Comuni
per cui è stata preparata la segnaletica stradale da sistemare così da
poter indirizzare i flussi. Segnaletica che è già stata adottata dal
Comune di Massa di Somma. Ma nel Napoletano non sono soltanto i
residenti alle pendici del Vesuvio che vivono in zone a rischio.
Aree
sismiche e vulcaniche sono anche la zona dei Campi Flegrei dove
risiedono 500mila abitanti e l’isola di Ischia. «Il piano d’emergenza
dei Campi Flegrei – ha aggiunto Luongo – è ormai superato, mentre per
Ischia non è nemmeno mai stato predisposto per motivi legati al timore
di cali dei flussi turistici».
E proprio nella zona dei Campi Flegrei è stato rilevato uno sciame sismico, sebbene di scarsa rilevanza.