Piazza Affari negativa, peggiore in Europa. Spread da spavento: oltre quota 520
I mercati si aspettano interventi strutturali decisi. In materia economica e non solo. E ogni ora che passa senza che ci si avvicini alla soluzione dei problemi che affliggono l’Italia, continuano a mandare segnali di sfiducia. Non più solo ormai solo verso l’Italia in particolare, ma verso tutta l’Eurozona in generale. Lo spread tra Btp decennali e i Bund equivalenti torna a superare la soglia dei 500 punti base. Ma anche quella tra titoli di Stato che un tempo sembravano sicurissimi come quelli di Austria, Olanda, Belgio e Francia fanno segnare livelli record. Il differenziale di rendimento tra titoli di stato italiani e tedeschi si attesta in apertura di contrattazioni a 506 punti e arriva a toccare nella prima ora di contrattazioni quota 516 punti pari ad un rendimento del 6,9%. Poi un ulteriore accelerazione a quota 520 punti pari ad un rendimento del 6,94%Brutte notizie anche da Piazza Affari, dove l’apertura di seduta è in ribasso, con l’indice Ftse Mib che cede l’1,18%, a 15.281 punti e l’All Share a -1,06%. Poi la situazione è continuata a peggiorare: attualmente l’indice Ftse Mib è in calo dell’1,73%. Male anche le altre principali piazze europee. In questo momento Parigi cede l’1,36%, Francoforte l’1,28% e Londra lo 0,60%. Sul fronte valutario anche l’euro si indebolisce finendo sotto 1,36 dollari, a 1,3565.
ALLARME IN EUROPA – Lo spread in aumento, come detto, spaventa anche le altre piazze europee. Alta pressione sui titoli francesi, con uno spread ai massimi dalla creazione dell’euro a 183 punti. Il Portogallo viaggia a 963, la Grecia a 2669, la Spagna a 452. Ma la tensione sui titoli di Stato attraversa tutta l’Eurozona. La forbice Austria-Germania si divarica di 12 punti a 176, anche in questo caso il livello massimo dalla nascita dell’euro come quello che si registra rispetto ai titoli di Olanda e Germania, che sale a 62 punti e quello Belgio-Germania che vola a 296 punti, anche in questo caso valore record. «Il fatto che i rendimenti in crescita siano un problema che sta toccando anche Olanda e Austria, Paesi fino a poco tempo fa su livelli di rendimento simili alla Germania, è uno sviluppo particolarmente preoccupante» commenta d Nick Stamenkovic, strategist sui tassi per Ria Capital Markets. «Gli investitori cercano titoli tedeschi a causa di timori che non riguardano più soltanto Italia o Spagna ma il futuro della zona euro nel suo insieme» aggiunge Stamenkovic.
MALE LE BANCHE, CROLLA FINMECCANICA – Piazza Affari appare zavorrata soprattutto dai titoli bancari. Ancora ferma Unicredit (-9% il teorico) dopo una breve riammissione e un calo reale dell’8,2% a 0,7 euro. Riammessa Bpm, in calo del 5,52% a 0,34 euro, ma non se la cava bene il resto del listino, con Finmeccanica in calo del 16,4%, Intesa Sanpaolo del 4,23% a 1,17 euro. Unici due titoli in rialzo Parmalat (+0,25%) e Campari (+0,75%), mentre Eni limita il calo all’1,15%.
ASIA – Traino negativo anche dai mercati internazionali. La chiusura di Tokyo, ad esempio, è stata negativa e l’indice Nikkei ha perso lo 0,72% a 8.541,93 punti, 61,77 punti in meno rispetto alla chiusura di lunedì.
PIL – Resi noti dall’Eurostat gli ultimi dati relativi al Pil europeo. Nel terzo trimestre il pil nell’Eurozona e nella Ue è aumentato dello 0,2% rispetto al secondo quando era salito sempre dello 0,2% in entrambe le aree. È la stima flash di Eurostat. Rispetto al terzo trimestre 2010 il pil è aumentato dell’1,4% nelle due zone dopo +1,6% nell’Eurozona e +1,7% nella Ue nel trimestre precedente.
Migliora invece il pil tedesco segnando un incremento dello 0,5% nel terzo trimestre rispetto ai tre mesi precedenti. Lo rileva l’Ufficio di statistica federale, che ha inoltre rivisto al rialzo il dato per il secondo trimestre a +0,3%, rispetto al precedente +0,1%.
Il pil francese nel terzo trimestre è salito invece dello 0,4%. Lo comunica l’Insee, l’Istat francese, che ha invece rivisto al ribasso le cifre del secondo trimestre rilevando un -0,1% anzichè una stagnazione. La crescita acquisita 2011, grazie alla buona performance estiva, è all’1,7% vicina alle stime del governo (1,75%).