PIGNORAMENTI DI EQUITALIA – STORICA SENTENZA A FAVORE DEL CONTRIBUENTE
Il giudice del Tribunale di Taranto Giovanni Pomarico ha emesso recentemente una importante sentenza nella causa civile sorta fra una società di Manduria (TA) ed Equitalia Sud.
Il fisco aveva pignorato all’azienda due conti correnti. Il pignoramento presso terzi, eseguito presso due banche locali, aveva complessivamente bloccato una somma superiore addirittura ad un milione di euro. Col ricorso al Tribunale civile l’impresa chiedeva l’annullamento e/o la sospensione del pignoramento e di dichiarare l’inesistenza dei crediti
vantati dalla Equitalia.
A fondamento della propria richiesta l’azienda produceva al giudice ampia documentazione prodotta da Equitalia, adducendo che questa era priva della autenticazione di
conformità parziale o totale all’originale e che non era stata rilasciata da pubblico
ufficiale debitamente autorizzato. L’azienda lamentava, inoltre, la mancata produzione
delle cartelle esattoriali.
Nel corso del giudizio gli agenti della riscossione non sono riusciti a dimostrare l’avvenuta notifica delle cartelle esattoriali ed il giudice ha correttamente applicato i principi anche di recente ribaditi in Cassazione: l’estratto di ruolo non è sufficiente a provare il contenuto della notifica della cartella di pagamento ma, soprattutto, il giudice dell’esecuzione è competente per tutte le tipologie di credito (così come stabilito ultimamente dalle Sezioni Unite).
Esemplare la sentenza del giudice di Taranto: non solo ha annullato gli atti di pignoramento presso terzi, ma ha anche ha cancellato i crediti vantati da Equitalia, condannando il fisco al pagamento delle
spese di giudizio.
«I contribuenti – commenta il presidente di NOI CONSUMATORI, avvocato Angelo Pisani, che proprio recentemente ha riportato una analoga vittoria dinanzi alla Suprema Corte – non devono mai abbattersi se colpiti da pignoramenti, fermi o ipoteche del fisco, ma devono ricordarsi sempre di far valere fino in fondo i loro diritti. Ricordo solo, a questo proposito – conclude l’avvocato Pisani – che da recenti statistiche risulta come l’irregolarità delle notifiche riguardi ben il 70 – 80 per cento dei contribuenti, spesso ignari di questa rilevante circostanza e quindi costretti a pagare somme non dovute».
Occhio perciò a far valere i vostri diritti: prima di piegare la testa, pagare o rateizzare il presunto debito, esaminate bene le ‘carte’ con l’aiuto degli esperti. E ricordate che NOI CONSUMATORI è sempre in prima linea al vostro fianco per difendervi!
Complimenti !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Anchio, nel mio piccolo faccio valere i miei diritti.Da qualche anno quando ricevo una notifica chiedo sempre : 1°) Tutta la documentazione che certifichi l’importo richiesto dalla cartella, in base alla legge 241/90. – 2°)La relata di notifica per la certezza provata della firma sulla stessa.3°) Contesto nel merito, come decadenza dei termini e/o competenze. Es:Bolli auto o tasse Comunali ecc…Cordiali saluti……Emilio
Complimenti !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Anchio, nel mio piccolo faccio valere i miei diritti.Da qualche anno quando ricevo una notifica chiedo sempre : 1°) Tutta la documentazione che certifichi l’importo richiesto dalla cartella, in base alla legge 241/90. – 2°)La relata di notifica per la certezza provata della firma sulla stessa.3°) Contesto nel merito, come decadenza dei termini e/o competenze. Es:Bolli auto o tasse Comunali ecc…Cordiali saluti……Emilio