Pilotavano le sentenze tributarie 17 arresti a Bari, anche un giudice
Sono sei i giudici tributari indagati dalla Procura di Bari nell’indagine sul pagamento di presunte tangenti per aggiustare sentenze della Commissione tributaria regionale. Un solo giudice dei sei magistrati onorari indagati, il commercialista barese Oronzo Quintavalle, è stato arrestato. Con lui in carcere anche i commercialisti Gianluca Guerrieri, Michele Di Fonzo e Franco Balducci, tutti componenti della commissione tributaria. Per i cinque giudici tributari indagati a piede libero, la procura di Bari ha chiesto al gip l’interdizione dai pubblici uffici. Si tratta di Aldo D’Innella, di 72 anni; Francesco Ferrigni, di 70; Vittorio Masiello, di 73; Francesco Paolo Moliterni, materano di 67, e Giuseppe Savino, di 71, di Sammichele di Bari (Bari). Per questo motivo, il giudice per le indagini preliminari Sergio Di Paola fisserà nei prossimi giorni l’udienza nel corso della quale procederà all’interrogatorio degli indagati. All’esito dell’udienza il giudice deciderà se emettere, come chiesto dalla pubblica accusa, il provvedimento interdittivo, che potrà avere la durata massima di due mesi. Altre 13 persone, tra cui noti professionisti, sono agli arresti domiciliari. Questi i nomi: Elvira Bellomo, funzionaria della commissione tributaria regionale; Donato Radogna, commercialista e consigliere comunale, eletto con la lista Simeone Di Cagno Abbrescia, poi passato all’Udc e ora all’Api; Angelo Piccinino e Giorgio Grimaldi, imprenditori; Edmondo Caccuri (figlio di Franco), imprenditore e commercialista; Paolo Centrone, commercialista di Polignano; Alessandro Carbone, avvocato con studio legale a Gravina; Giuseppe Elefante, commercialista di Castellana Grotte; Leonardo Mariella, commercialista barese; Sisto Quintavalle, funzionario di banca in pensione e fratello del giudice arrestato; Sabino Romano, direttore della commissione tributaria di Bari; Francesco Della Corte, commercialista di Noci; Giuseppe Signorile, commercialista di Bari.
Nell’operazione della Guardia di Finanza, chiamata “Gibbanza”, un termine dialettale barese con cui si indica genericamente una tangente, sono poi 47 le persone indagate. I provvedimenti restrittivi sono stati emessi dal gip del Tribunale di Bari Sergio Di Paola su richiesta del pm inquirente, Isabella Ginefra. I reati contestati a vario titolo sono di corruzione continuata in atti giudiziari, falsità materiale e ideologica, frode processuale in concorso, riciclaggio, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, responsabilità amministrativa degli enti. Le indagini, condotte dalla Gdf e dalla procura di Bari, hanno consentito di portare alla luce un sistema di corruzione, utilizzato per pilotare sentenze relative a processi tributari che erano scaturiti da verifiche fiscali effettuate dalla Guardia di Finanza. Un sistema che avrebbe garantito un esito favorevole ai contribuenti, causando un danno all’Erario per oltre 100 milioni.
Quintavalle è accusato di numerosi episodi di corruzione. Uno di questi riguarda presunte tangenti e utilità ottenute dal commercialista Gianluca Guerrieri (anche lui arrestato) che ha permesso al giudice di ottenere incarichi in collegi sindacali, lattine di olio, biancheria intima e incarichi di consulente della procura di Bari in tre procedimenti, in cambio della decisione favorevole (depositata nell’aprile 2009) nella controversia tributaria davanti alla commissione regionale per la società ‘Ingross Levante spa’ per un importo di circa 59 milioni di euro per gli anni d’imposta 1999-2003.
“Questa è una vicenda che incide su uno dei fattori più allarmanti attualmente per la società, l’evasione fiscale”, ha detto il procuratore di Bari Antonio Laudati. “Una clamorosa evasione fiscale – ha proseguito – fatta da grandi gruppi imprenditoriali. Parliamo di accertamenti fatti dalla Gdf per milioni e milioni di euro: un lavoro enorme che vaniva vanificato attraverso una possibilità di aggiustamento in contenzioso delle commissioni tributarie”. “L’indagine è ancora in corso – ha concluso il procuratore – quindi possono esserci ulteriori sviluppi”.
Nel corso dell’operazione i militari del nucleo di polizia tributaria delle Fiamme Gialle hanno anche sequestrato beni mobili e immobili per un valore di mercato pari a circa 200 milioni tra cui complessi aziendali, appartamenti e terreni.Tra le aziende sequestrate spiccano i nomi della Giovanni Putignano e figli srl di Noci, Ingros Levante cash&carry di Molfetta, Clinica Duo Salus di Bari, R.B. Progetti di Monopoli, Consorzio Coimba trasporti di Bari