Po inquinato, dopo l’onda nera sostanze tossiche liberate da sciacalli
ROVIGO
Per quanto riguarda l’inquinamento da idrocarburi, riscontri
Intanto il tratto compreso tra Ferrara e la foce è stato monitorato da un velivolo della Guaria costiera.
Le sostanze tossiche liberate da sciacalli. Nelle analisi delle
Secondo il tecnico in acqua sono state riscontrate tracce di 1.2 dicloroetano o cloruro di etilene. «Le sostanze tossiche rilevate – spiega ancora Dell’Acqua – non c’entrano per nulla con ciò che si è verificato in Lombardia.
Galan: gli sciacalli saranno scoperti. Il presidente del Veneto Giancarlo Galan assicura che saranno scoperti «coloro che hanno approfittato dell’emergenza idrocarburi nel Po
Anche nella cittadina di Adria è da oggi vietato l’utilizzo dell’acqua del rubinetto per
(1 marzo) – Dopo l’onda nera che dal Lambro ha invaso il Po, arrivano
le sostanze disinfettanti ad inquinare le acque. La presenza di
elementi tossici rilevati ieri sera ha costretto i sindaci di alcuni
Comuni polesani, tra cui Porto Tolle, a vietare l’utilizzo di acqua
potabile e per scopi alimentari. I provvedimenti di non potabilità
dell’acqua riguardano un comprensorio di circa diecimila persone.
incrociati delle analisi di sei Arpa provinciali appartenenti a tre
regioni diverse «non hanno evidenziato lungo il Po valori da
inquinamento di idrocarburi a valle dell’Isola Serafini a Piacenza e
della barriera di Polesella». Lo ha reso noto il direttore della
sezione Rischi Nazionali della Protezione civile, Nicola Dell’Acqua, al
termine della riunione dell’Unità di Crisi, di cui è coordinatore. «Il
parametro trovato in provincia di Rovigo – ha ricordato Dell’Acqua –
non ha nulla a che vedere con lo sversamento di idrocarburi nel Lambro.
Si tratta di un disinfettante di cui ancora non si conosce la
provenienza. Non possiamo escludere sia relativo alla gestione degli
acquedotti. In alcuni casi il parametro non è rilevabile ed il mare non
è stato interessato al fenomeno».
A bordo dell’Atr 42 Manta speciali apparecchiature permettono di
rilevare, attraverso l’analisi spettrale e un sistema a raggi
infrarossi, eventuali inquinamenti da idrocarburi diretti al mare.
Particolare attenzione agli allevamenti di vongole e mitili della Sacca
di Goro e della baia di Scardovari. Uomini della Capitaneria di porto
di Chioggia in collaborazione con la Protezione Civile hanno
posizionato presso Polesella, a 60 km dalla foce del fiume, un ultimo
sbarramento antinquinamento. Un Pattugliatore e due motovedette, mezzi
idonei per fronteggiare l’emergenza, sono inoltre dislocati davanti
alla foce pronti a intervenire, oltre a battelli speciali
antinquinamento, già impiegati nei giorni scorsi nella parte alta del
fiume.
acque sono stati rinvenuti solventi chimici, i dicloroetani, in
quantitativi superiori alla soglia di potabilità pari a 3 microgrammi
litro per questo. Le sostanze tossiche sono state e «liberate da
qualche furbetto che ha deciso di approfittare della situazione» ha
spiegato Dell’Acqua. «La città di Rovigo – ha spiegato Dell’Acqua – non
è minimamente interessata al fenomeno perché non pesca dalle falde del
Po».
Stiamo operando con aerei che fotografano la situazione con macchine a
raggi infrarossi – conclude – e siamo certi di individuare tutti i
furbi che stanno scaricando veleni. Si tratta di autentici sciacalli
che buttano di tutto nel Po».
per liberarsi di altre sostanze inquinanti». Galan ha ricordato che
«fin dal primo momento di questa emergenza la Protezione Civile ha
attivato voli per acquisire foto aeree e consentire analisi agli
infrarossi. Sarà quindi possibile risalire ai punti di immissione in Po
dei dicloroetani e ricercare i responsabili, che saranno senz’altro
trovati».
scopi potabili e alimentari. La decisione è contenuta in un’ordinanza
emessa dal sindaco, Renzo Barbujiani, dopo il responso delle analisi
del servizio igiene alimenti dell’Asl 19 di Adria che ha rilevato nel
Po a Corbola la presenza fuori parametro di 1.2 dicloroetano. La città
di Adria conta circa 20mila abitanti.