Posta elettronica certificata al debutto tra le incertezze
Il restyling
informatico di professionisti, imprese e pubblica amministrazione,
avviato dal decreto anti-crisi, rischia di trasformarsi nell’ennesima
rivoluzione mancata.
Per gli avvocati, l’assenza di coordinamento
con le norme sul processo civile telematico potrebbe determinare una
frenata netta nella diffusione della pec tra i legali, almeno nel breve
periodo. Mentre dall’Ordine dei Medici è partita la prima richiesta di proroga della scadenza prevista per il prossimo 28 novembre.
Le scadenze e gli obblighi
Inserita nel decreto anti-crisi, la disciplina della pec ha subìto
una serie di rinvii ed emendamenti per aggiustarne la portata che, di
fatto, ne hanno rallentato la domanda da parte dei destinatari,
indecisi sul da farsi. L’obbligo riguarda circa 2 milioni di
professionisti, oltre alle società e alle pubbliche amministrazioni.
Per tutti gli altri la pec, per ora, è facoltativa: dallo scorso mese
può essere richiesta gratuitamente al sito dell’INPS e dell’ACI.
Tra
i privati, la sperimentazione ha ottenuto buoni risultati. Sono già
state chieste all’INPS 16.902 caselle certificate e 1.737 sono già
attive. Ad agosto, secondo i dati del C.N.I.P.A. (centro nazionale per
l’informatica nella pubblica amministrazione), le pec complessive in
uso erano oltre 585 mila.
L’obbligo di dotarsi della pec scatta,
invece, per le società di capitali, per le società di persone, per i
professionisti iscritti in Albi o elenchi e per le pubbliche
amministrazioni, ma sarà un debutto in tre tempi.
Per tutti i professionisti iscritti ad albi o elenchi l’obbligo scatta a partire dal 28 novembre. Entro quella data dovranno far pervenire anche al proprio Ordine di appartenenza il proprio indirizzo certificato.
Per le imprese di nuova costituzione, invece, l’obbligo scatta già all’atto di iscrizione alla Camera di Commercio, mentre per quelle già esistenti il termine ultimo è il 29 novembre 2011.
L’indirizzo
pec dovrebbe costituire a breve l’unico mezzo di comunicazione con le
pubbliche amministrazioni, compresi gli organi giudiziari ed il
consiglio dell’Ordine di appartenenza.
I vantaggi e gli svantaggi della PEC
Nonostante i limiti operativi della pec, soprattutto in questa fase
di start up, sono in molti a sperare che diventi presto uno strumento
privilegiato di comunicazione, soprattutto tra gli avvocati. «È forse
troppo presto per dire se prevarrà la PEC o se continueranno a dominare
gli altri sistemi di trasmissione dei documenti informatici – spiega
l’avvocato Massimo Travostino del foro di Torino, esperto di
informatica giuridica – quel che è certo è che i documenti informatici
e la trasmissione telematica degli stessi sono destinati a diventare di
uso corrente da parte degli avvocati e questo inciderà sensibilmente
sullo svolgimento dell’attività professionale».
Intanto, al Tribunale di Milano,
già da alcuni mesi le comunicazioni ed i biglietti di cancelleria non
vengono più inviati tramite ufficiale giudiziario, ma a mezzo pec. Un
segnale che fa ben sperare, anche se non tutti i fori sono sulla stessa
linea.
«Non credo che all’indomani della scadenza del prossimo 28
novembre saranno in molti ad utilizzare la pec – spiega l’avvocato
Guido Scorza del foro di Roma ed esperto di diritto delle nuove
tecnologie – mancano, infatti, concrete possibilità di utilizzo di tale
strumento nell’esercizio della professione specie se, come sembra, la PEC non potrà essere utilizzata nell’ambito del processo civile telematico.
Inoltre, il fatto che ciascuno potrà disporre di diversi indirizzi di
posta elettronica certificata e che non è, allo stato, prevista
un’anagrafe digitale degli indirizzi PEC induce a dubitare che
attraverso la posta elettronica certificata potranno davvero mandarsi
in pensione le raccomandate cartacee».
Inoltre, il successo della
pec dipenderà in larga misura dal suo grado di diffusione. Per produrre
a pieno gli effetti giuridici previsti dalla legge è necessario,
infatti, che sia il mittente che il destinatario del messaggio siano
dotati di una casella di pec. In caso contrario, il mittente potrà
avere una prova legale dell’invio, ma non del ricevimento del
messaggio.
A vantaggio della pec, invece, oltre alla sua gratuità,
almeno per i professionisti, grazie a convenzioni con gli Ordini di
appartenenza, anche la facilità di utilizzo, pari a quella di una
normale casella mail.
«Qualsiasi tipo di dato in formato elettronico
può essere trasmesso tramite pec – conclude l’avvocato Travostino – e
poi consente di sostituire la raccomandata con ricevuta di ritorno, aggiungendo la certificazione del contenuto del messaggio trasmesso, cosa che nella raccomandata tradizionale non è possibile. E’ consigliabile, però, abbinare la PEC alla sottoscrizione con firma digitale dei documenti trasmessi in modo da avere una garanzia anche in ordine alla paternità della sottoscrizione.»
Tra i limiti della pec, anche quello di essere uno strumento di comunicazione limitato al territorio italiano.
«La
pec rimane un’invenzione italiana – spiega l’ingegnere Massimo Penco –
pertanto è valida solo entro i confini nazionali. Ma imprese e
professionisti hanno bisogno di comunicare anche con il resto del
mondo, credo pertanto che le tradizionali mail continueranno a restare
la forma privilegiata di comunicazione anche tra professionisti.
Sarebbe un po’ come chiedere a tutti di iniziare ad inviare
raccomandate invece di posta ordinaria».