Potrebbe essere un precedente “pericoloso”, se facesse giurisprudenza. Napoli, poi, ne potrebbe approfittare a piene mani
«Il fatto non sussiste». Due ore
abbondanti di camera di consiglio e i giudici della decima sezione penale del
tribunale di Roma hanno assolto un signore temerario Roberto Vernarelli
dall’accusa di abuso in atti d’ufficio e
danneggiamento per aver cancellato alcuni centimetri di strisce blu dei
parcometri in via Bettolo e via Camozzi (quartiere Prati) con la vernice di una
bomboletta spray. La vicenda risale alla mattina 22
maggio del 2003 quando nella veste di presidente del XVII Municipio,
Vernarelli, papa’ di Friedrich, il ragazzo attualmente sotto processo con
l’accusa di aver travolto e ucciso a bordo di una Mercedes due turiste
irlandesi la notte tra il 17 e il 18 marzo del 2008 all’altezza di Lungotevere
degli Altoviti, diede appuntamento a giornalisti e consiglieri municipali nelle
due strade del quartiere Prati per dimostrare che le strisce blu erano state
fatte in due luoghi non idonei e in violazione al codice della
strada: un punto consentiva di parcheggiare in curva, un altro prevedeva la
sosta davanti a un passo carrabile riservato al passaggio dei portatori di
handicap. La Sta, l’azienda che cura i servizi per la
mobilita’ del Comune di Roma, non gradi’ quella pubblicita’ negativa e sporse
querela determinando l’apertura di un’inchiesta. Due pm (Carlo Luberti e Giovanni
De Leo) chiesero l’archiviazione del procedimento ma
Vernarelli padre fu rinviato a giudizio dal gup Simonetta D’Alessandro dopo
averne disposto l’imputazione coatta. Oggi in aula e’
stato il pm Giuseppe Corasaniti a chiedere l’assoluzione di Vernarelli
ritenendo che il suo gesto non nascesse da un abuso delle proprie funzioni ma
fosse legato a un’iniziativa provocatoria legata a un reale problema di
viabilita’. Nessun danno, poi, sarebbe stato causato dalla cancellazione di
pochi centimetri di fascia blu. Dello stesso avviso, ovviamente, anche
l’avvocato Giovanni Marcellitti secondo il quale questo procedimento non sarebbe mai dovuto approdare in aula alla luce delle due
richieste di archiviazione avanzate da due pm diversi.